giovedì 7 luglio 2011

Il periodo XII ex. - XIII in. (1a)

Il tardo XII e il primo XIII secolo
(Garrison, Studies III, pp. 51)

Nell’ultimo quarto del XII secolo due sviluppi notevoli hanno caratterizzato i manoscritti prodotti nell’Italia centrale. La scrittura presenta indizi di sviluppo verso la gotica, anche se non si può dire che una vera gotica sia emersa prima della fine del secolo o dell’inizio del successivo, e anche se versioni nere e pesanti degli stili del XII secolo continuarono a sopravvivere in certi monasteri. Lo stile geometrico delle iniziali gradualmente si diluisce fino al punto di disintegrarsi, e solo qua e là continua in forme riconoscibili nel secolo successivo.
L’evoluzione della scrittura è strana, perché una gotica nordica pienamente sviluppata sembra nella regione aver sostituito i modi precedenti. Ma piuttosto la gotica nordica all’inizio sembra aver influenzato - in vari gradi - copisti già formati nei modi precedenti, e solo gradualmente aver modificato la scrittura che può essere veramente chiamata gotica. Questa tendenza verso la gotica è visibile nel ductus più pesante e compatto, con un’enfasi nei tratti discendenti, un’elaborazione delle lettere, che solo gradualmente assumono forme gotiche, e nella moltiplicazione delle abbreviazioni, anche se non raggiunge la crittografia fino al pieno secolo XIII. Questi processi iniziano prima e sono più rapidi nelle capitali che nelle lettere minuscole, come si nota nella Bibbia di Calci del 1168-69. Nella scrittura minuscola si nota infine che la s diritta praticamente scompare a fine parola ovunque, con eccezioni di ritardo, anche se continua nel XIII secolo ad essere utilizzata consistentemente nel corpo di parola.
La conseguente evoluzione dello stile geometrico delle iniziali termina in questo periodo. Lo stile è ora più spesso corrotto in molti modi. In molte iniziali, gli elementi geometrici che avevano dominato per oltre un secolo furono relegati a ruoli subordinati. In altre, sono perduti nel disordine di esperimenti capricciosi. Ma questo non riuscì a creare un nuovo stile unitario: forse per questo motivo molti centri preferirono mantenere o rivivere gli stili precedenti. Così, in alcuni manoscritti lo stile antico riappare in forme pure fino alla metà del secolo XIII; alla fine di questa sezione, tre ne saranno presentati per dimostrare questo, uno dei quali, fiorentino, è databile probabilmente alla prima metà di questo secolo, mentre il secondo, camaldolese anche se probabilmente miniato e illustrato da un lucchese, è databile al 1240, e il terzo, lucchese, è databile al 1250. Ma queste date segnano il limite estremo di sopravvivenza, o di revival, dello stile geometrico del XII secolo.
In ogni caso, le iniziali denotano un interesse artistico minore in questo periodo. Sono storicamente meno utili perché non seguono un corso di evoluzione consequenziale, e sono quindi difficili da porre cronologicamente e da utilizzare come indici di datazione. Lo stesso accade anche per le illustrazioni, con rare eccezioni. Per queste ragioni, relativamente pochi manoscritti del periodo sono stati considerati in questo studio. Si tratta di quelli che più tenacemente hanno mantenuto lo stile late geometrical. Non c’è tuttavia una buona ragione per ritenere che la quantità di manoscritti prodotti nella regione sia declinata; molti altri sono distribuiti nelle biblioteche del mondo. Ma la preminenza è passata da Roma e dall’Umbria alla Toscana, così i manoscritti toscani sono molto più numerosi di quelli umbro-romani.
Questi ultimi manoscritti saranno trattati in tre gruppi: 1) quelli che mantengono gran parte di ciò che non era più in uso al tempo in cui furono prodotti nel terzo quarto del secolo, ma che mostrano certi cambiamenti nelle iniziali accanto a sviluppi della scrittura che rendono egualmente probabile una datazione all’ultimo quarto; 2) quelli in cui il cambiamento di iniziali e di scrittura è passato da un tempo sufficiente da assegnarli decisamente all’ultimo quarto del secolo; 3) quelli in cui la rottura con il protocollo delle iniziali è così avanzato e la scrittura così goticizzata che devono essere datati anche dopo, alla fine del XII o all’inizio del XIII secolo.
Solo un manoscritto, probabilmente ancora della fine del terzo quarto del secolo ma più realisticamente dell’inizio del quarto, può essere attribuito alla regione umbro-romana: un frammento rozzamente illustrato di un Passionario all’Ambrosiana di Milano, cod. B 49 inf, pt.1. La scrittura riformata è molto pesante e nera, le iniziali late geometrical sono povere e di derivazione, segno di recenziorità. L’agiologia indica la regione umbro-romana, poiché comprende s. Ercolano, vescovo di Perugia, poiché una vita di s. Fortunato vescovo di Todi è aggiunta alla fine da una mano approssimativamente contemporanea, e perché non vi sono indicazioni positive di altre regioni.  

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