mercoledì 6 luglio 2011

Lo stile 'late geometrical' (9f)

(Garrison, Studies III, pp. 40-42)

Sempre prodotto nel secondo quarto del secolo, molto probabilmente alcuni anni prima del Casanatense 719 e alcuni anno dopo il Casanatense 718, è un Sacramentario illustrato della Bodleian Library di Oxford, Canon. liturg. 345. All’inizio c’è un Calendario frammentario (da aprile a settembre) che è contemporaneo al testo. Sia questo Calendario che il programma delle messe nel Sacramentario rivelano una destinazione non solo per Pistoia ma specificatamente per la Cattedrale pistoiese.
Il Calendario presenta s. Torpete il 29 aprile e s. Regolo il 1° settembre, ma ottobre, in cui ci dovrebbero essere stati s. Cerbone e s. Miniato, è perduto, e non possiamo sapere se c’è stata un’omissione. Il codice quindi è certamente toscano. Anche il Calendario mostra certe indicazioni pistoiesi come s. Felice il 29 agosto, e dal momento che il mese di febbraio, in cui la speciale data di s. Rufino dovrebbe essere comparsa, è perduto, non si può dare per certa l’omissione di questo santo. Dell’ambiente pistoiese c’è s. Proclo il 1° giugno, s. Mustiola il 3 luglio, e la traslazione di s. Martino il 4 luglio, mentre novembre e dicembre in cui ci sarebbero stati l’altra festa di s. Martino e s. Zenone, sono perduti, quindi nulla si può dire su queste omissioni.
Nel Sacramentario non c’è la messa per s. Felice il 25 agosto, ma c’è quella per s. Rufino l’11 febbraio, e s. Felice è in essa menzionato. I due santi sono strettamente legati alla venerazione pistoiese, e si può immaginare che la stessa messa fosse ripetuta per la festa di s. Felice. Degli indicatori toscani solo s. Miniato il 25 ottobre ha una messa. E s. Mustiola, uno dei santi più importanti nell’ambiente pistoiese, non ce l’ha. Ma sono celebrate tutte le altre feste della regione pistoiese: s. Proclo il 1° giugno, la traslazione di s. Martino il 4 luglio, s. Martino l’11 novembre e s. Zenone l’8 dicembre.
In aggiunta, due dettagli assicurano che il Sacramentario è stato prodotto per la Cattedrale. Nel Calendario s. Zenone è designato come patronus noster, e nella messa per s. Rufino la seguente frase ricorre tre volte: confessorum tuorum Rufini et Felicis, qui in presenti ecclesia requiescunt.
Gran parte delle iniziali sono a barra piena, costruita con singoli filetti gialli disegnati in rosso, con fogliame completamente gallicizzante. Sono tutte molto piccole e semplici nel disegno, lo stesso libro è di taglia piccola. Tuttavia si possono estrapolare molti dettagli simili a quelli delle iniziali più grandi a barra piena, in altri codici del gruppo. Di grande interesse sono le quattro iniziali più grandi, le quali, a dispetto di certe anomalie che le rendono un’eccezione, sono classificabili come geometriche di transizione con tendenze late geometrical. Le barre sono d’oro. Accanto al VD e al Te qui riprodotti, c’è una D all’incirca della stessa grandezza al f. 85 e una D un po’ più piccola al f. 95, entrambe con cornici simili e con fogliame degli interstizi simile, ma con le barre riempite con disegni geometrici di transizione. Queste iniziali, come si vede dalla loro riproduzione, sono in qualche modo differenti dalle altre del gruppo. Tuttavia, a legarle strettamente alla altre è la maniera di disegnare e colorare il fogliame, molto del quale ha un aspetto pieno, la stessa sfumatura verde e piena. E le legature attraverso le barre del VD sono identiche con certe legature del Casanatense 718 e di altri codici.
Il prossimo codice cronologicamente parlando è probabilmente l’Omeliario della Biblioteca Roncioniana di Prato, cod. Q.VIII.2, che va, come già detto, dalla domenica di Pasqua alla quinta  domenica prima di Natale e contiene sia il Comune che il Proprio dei Santi. Si tratta del secondo volume di un Omeliario in due tomi, e contiene numerose iniziali, sia a barra piena che geometriche, accanto a tre illustrazioni, che sono state in questi studi attribuite al maestro della prima Bibbia Casanatense.
L’agiologia è stata precedentemente trattata in modo sommario; necessita di essere enfatizzata qui perché si tratta di un Omeliario, e quindi non contiene le passioni dei santi ma le omelie di importanza cultuale, scelte tra i padri della Chiesa. Non contiene nemmeno un programma di celebrazioni ma solo le feste dei santi più importanti. Quindi, da un lato non abbiamo uno sguardo completo di indicazioni agiologiche locali; ma dall’altro abbiamo quelli che assumono maggiore importanza, poiché sono inclusi nelle feste maggiori.
S. Felice, indicazione certa della produzione per Pistoia, è nel Santorale il 25 agosto. Dei santi dell’ambiente pistoiese, s. Proclo ha un sermone il 1° giugno, s. Mustiola il 3 luglio. S. Martino è omesso. Ma né l’assenza di s. Rufino l’11 febbraio né quella di s. Zenone l’8 dicembre possono essere considerate omissioni significative, perché probabilmente apparivano nel volume I; se fosse stato il Casanatense 717, come è stato precedentemente suggerito, questi santi sono presenti; se si tratta di un volume simile si deve supporre che vi siano stati. Allo stesso modo si può suggerire che questo Omeliario sia stato prodotto per l’uso della Cattedrale di Pistoia.
Le iniziali geometriche nell’Omeliario sono strettamente legate nella loro forma e nella struttura a quelle della Bibbia Casanatense. Sono accuratamente disegnate, ma nei colori e nella tecnica sono più leggere, meno dipendenti dai tocchi, specialmente nel riempimento delle barre, sebbene sfocino talvolta alla linearità completa dello stile late geometrical. Un aumento dell’inaccuratezza e della linearità si osserverà nel Casanatense 717. Questi motivi di riempimento delle barre nella Bibbia che sono tipici dello stile early geometrical e di transizione; gli intrecci a tocco pieno e il nodo allungato sono scomparsi, sostituiti da motivi più leggeri e semplici. L’unico motivo early geometrical ancora utilizzato, la foglia a ventaglio, è in una versione leggera e semplice, come ad esempio nello scomparto superiore della I del f. 194v. Certi motivi leggeri e semplici precoci nella Bibbia, come la chiave greca, sono riprodotti qui quasi senza variazione. Altri saranno riprodotti senza cambiamenti nel secondo volume dell’Omeliario Casanatense, cod. 716, e nel Commentario parigino.
Importanti somiglianze con le iniziali della Bibbia risiedono nel relativo assottigliamento delle barre, l’ingrossamento dei filetti, e negli scomparti conseguentemente più stretti, che obbligano il riempimento a svilupparsi in una linea unica, con poca diffusione. Gli intrecci alla sommità della barra sono frequentemente molto simili nel disegno: da notare i nodi arrotondati della I al f. 194v e della P al f. 303v nel Casanatense 721. Particolarmente distintiva nei due codici e nel Casanatense 716 è la particolare forma stretta e arrotondata della parte dello scomparto terminale su cui sono innestati gli intrecci che si collegano alla barra, che si potrebbe chiamare ‘il collo’. Anche se qualcosa di simile si verifica talvolta nelle iniziali fiorentine e in altre, la forma precisa e la costanza della ricorrenza che si trovano qui non sono eguagliate in nessun altro codice. Ma da notare soprattutto sono le somiglianze dei motivi base frontali e simmetrici, con il loro fogliame pieno, completamente ombreggiato e altri elementi, e della foglia trilobata, o trifoglio, legati tra essi e la barra sottostante.
Le rosette multipuntinate diffuse negli sfondi nelle iniziali della Bibbia si trovano anche qui. Ricorrono nel Casanatense 716 e nel Commentario di Parigi. La chiave greca della I al f. 194v ricorre anch’essa nella Bibbia, come nella P del f. 303v del Casanatense 721, e ricorre nel Casanatense 716.
La data precedentemente assegnata all’Omeliario, l’inizio del terzo quarto del XII secolo, sembra essere ancora corretta.   

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