venerdì 6 maggio 2011

Lo stile 'early geometrical' (5a)

3. Gruppo III. Primo quarto del secolo XII.
(Garrison, Studies 1, pp. 55-57)

I manoscritti qui riuniti nel terzo gruppo, in particolare i meno recenti, presentano molte caratteristiche comuni al gruppo precedente. I primi manoscritti sono certamente contemporanei ai più tardi del gruppo II - il che dimostra come la suddivisione temporale sia in realtà un artificio. Tuttavia, tutti i codici mostrano innovazioni nella scrittura, nelle iniziali, nelle illustrazioni che li assegnano inequivocabilmente al primo quarto del XII secolo.
Il Maestro della Bibbia di Genova e i suoi collaboratori. Tra i manoscritti più importanti del gruppo ci sono tre Bibbie atlantiche, delle quali due sono sopravissute più o meno complete, una a Genova (Bibl. Com. R.B. 2553.2) e l’altra a Parma (Bibl. Palatina 386), mentre la terza è testimoniata da un solo foglio con una illustrazione a piena pagina del primo libro dei Re, ora a Washington D.C., National Gallery of Art, Lessing J. Rosenwald collection. Queste tre Bibbie hanno tra loro una particolare relazione data dal fatto che il miniatore della Bibbia di Genova è stato anche uno dei miniatori della Bibbia di Parma, mentre un altro miniatore di quest’ultima è responsabile del foglio di Washington, anche se non si può valutare il suo ruolo nell’illustrazione dell’intera Bibbia a partire dal quest’unico frammento.
La Bibbia di Genova non era consultabile prima della Guerra; mi è nota quindi solo attraverso le riproduzioni, per cui è bene parlarne al condizionale.
La sua scrittura sembra, come ha sottolineato l’Atlante Paleografico della mostra di Torino del 1898, una perfetta carolina, ma stranamente calligrafica, con una notevole squadratura delle lettere. La sua datazione ai primi anni del XII secolo, probabilmente tra il 1110 e il 1120, non presenta grandi difficoltà. Ma la localizzazione, d’altra parte, rimane sconosciuta allo stato attuale delle conoscenze.
Anche le iniziali mostrano una notevole regolarità, che ben si accorda con la datazione suggerita dalla scrittura. Nella F del Prologo e nella I della Genesi ricorre un disegno arcaico, ma in una forma in qualche modo modificata. La F somiglia alla I della prima Bibbia di Bovino nel fatto che la parte superiore non è suddivisa in scomparti, e il motivo a foglia a ventaglio dei primi esempi è sostituito da un intreccio di colore mutevole, mentre nella I il disegno complessivo rimane identico a quello degli esempi precedenti. La terminazione superiore in entrambe le lettere è identica, o quasi, a quella del gruppo II, e il motivo base è identico a quello della Bibbia Ambrosiana.
Ma qui vi sono innovazioni di notevole significato: nella F i cambiamenti di colore sono più complessi, e nella I gli intrecci hanno preso il posto del motivo a foglia a ventaglio; la graduale limitazione nell’impiego del motivo a foglia a ventaglio è indizio di datazione più avanzata. Importante è anche il piccolo sfondo dipinto dietro la terminazione superiore della I: questi sfondi diventano sempre più estesi e sempre più frequenti nel tempo. Queste iniziali mostrano una forte somiglianza con altre della regione umbro-romana, tanto da essere considerate umbro-romane, essendo le divergenze ascrivibili alla datazione più avanzata.
Nella Bibbia di Parma le divergenze nella scrittura appaiono piuttosto marcate: alcune parti sono estremamente irregolari e richiamano l’XI secolo, vergate certamente dai monaci più anziani. Altre parti sono di una regolarità simile a quella della Bibbia di Genova, ma con lettere più tonde, più vicine alla carolina francese, e questa regolarità è decisiva per datare la Bibbia allo stesso periodo della Bibbia di Genova, e a localizzarla, oltretutto, nella regione umbro-romana.
Le iniziali si trovano al medesimo stadio di sviluppo della Bibbia di Genova: sono early geometrical di normale disegno, abbastanza accurate - anche se sono qui prive di riempimento degli interstizi - e a barra piena con riempimenti negli interstizi di matrice ottoniana. Tutte sono di indubbia origine umbro-romana.
Non è possibile stabilire una datazione relativa fra le due Bibbie a partire dalla scrittura, poiché le loro divergenze sembrano potersi ascrivere al luogo di origine; ma un certo numero di innovazioni nelle iniziali della Bibbia di Parma attestano la sua relativa recenziorità. Il numero delle iniziali a barra piena è notevolmente aumentato, filetti rossi e gialli iniziano a comparire accanto al vecchio accostamento giallo e verde, e il riempimento degli interstizi, senza mai perdere il fondamentale carattere ottoniano, in alcuni casi mostra una maggiore grazia e una certa varietà. Tuttavia è nelle due iniziali a piena pagina all’inizio che si notano gli sviluppi maggiori: la F del Prologo è piuttosto goffa nelle proporzioni, caratteristica dei primi esempi; ma la suddivisione in scomparti delle aste è più complessa, la rosetta stilizzata compare in una forma semplificata, più leggera e lineare che prelude ai successivi sviluppi; il disegno della terminazione superiore è nuovo, più articolato, quello del motivo base più complicato, e all’incontro delle aste è stato introdotto un grande tondo, che, anche se usato nelle prime iniziali, non era mai stato impiegato nella F del Prologo né nella I della Genesi. Gran parte di queste innovazioni sono riprese nella I della Genesi, dove è da notare il motivo base perché mostra l’inizio di una asimmetria che diventerà poi sempre più accentuata.
Tutti questi elementi concorrono nell’assegnare la Bibbia di Parma ad un periodo leggermente posteriore a quello della Bibbia di Genova. Se questa è stata prodotta tra il 1110 e il 1120, la prima sarà stata ultimata in un momento più vicino al 1120 piuttosto che al 1110.
Dall’illustrazione dei Re nella terza Bibbia, si può dire che la cornice è costituita da elementi early geometrical di natura avanzata, che suggeriscono una datazione posteriore, ma non molto prima della fine del quarto di secolo.
Le iniziali delle Bibbie di Genova e di Parma, e la scrittura in quest’ultima, lega entrambe alla regione umbro-romana. Ma vi sono altri elementi a questo proposito: la Bibbia di Parma contiene al suo interno tre documenti vergati nel XIII secolo che riguardano la chiesa di S. Valentino in Piano, vicino ad Amelia, in Umbria, il primo non datato, gli altri rispettivamente del 1237 e 1260. Contiene anche una illustrazione a piena pagina della Genesi, che seppur quasi completamente erasa, può essere considerata molto vicina nello stile - e forse dello stesso miniatore all’inizio della sua carriera - alle illustrazioni poco più tarde che si trovano nella Bibbia di Perugia (Bibl. Comunale, L 59), che sono certamente umbro-romane e molto probabilmente della Roma urbana. In più, le altre illustrazioni nella Bibbia di Parma, come quelle di Genova, possono essere di comprovata origine umbro-romana. La localizzazione nel XIII secolo della Bibbia di Parma in Umbria non costituisce un argomento sufficiente a localizzarla; ma il complesso degli elementi evidenziati fa propendere per la regione umbro-romana, ai quali si aggiunge lo stile dell’illustrazione sopravissuta della terza Bibbia.
Nonostante l’identità di miniatori fra le tre Bibbie e nonostante le somiglianze tra le iniziali di due di esse, non si può dire che siano state confezionate nello stesso scriptorium. La differenza nelle scritture fra la Bibbia di Parma e quella di Genova è un elemento a sfavore della copiatura nello stesso distretto. Invece è possibile che la scrittura nella Bibbia di Genova provi che questa fu scritta interamente al di fuori della regione umbro-romana. Se le illustrazioni e le iniziali di entrambe le Bibbie sono, come ritengo, umbro-romane, è necessario - e possibile - ipotizzare l’esistenza di miniatori itineranti, che viaggiavano da un monastero all’altro. L’abituale peregrinazione dei monaci nel periodo è ben documentata, e in qualche caso più tardo questa peregrinazione è l’unica spiegazione di determinate situazioni.
Va detto infine che iniziali, illustrazioni e scrittura, come del resto elementi di tipo storico, concorrono a suggerire che la Bibbia di Parma sia stata prodotta nella regione umbro-romana da personaggi umbro-romani, e che anche se non si può dire nulla sull’origine della terza Bibbia, l’illustrazione sopravissuta e la cornice sono umbro-romane.


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