lunedì 16 maggio 2011

Lo stile 'middle geometrical' (2b)

(Garrison, Studies I, pp. 94-96)

In tre altre Bibbie atlantiche non illustrate che formano un gruppo particolarmente omogeneo e che possono con ogni probabilità essere state prodotte in uno scriptorium romano, gli elementi early geometrical e di transizione sono fortemente diminiuti o scomparsi: con essi si entra in una fase successiva nell’evoluzione dello stile.
La prima è una Bibbia di grandi dimensioni in due volumi della Biblioteca Marciana di Venezia, lat. I (ex n° 1949/50); dalle note presenti nei due volumi sappiamo che appartenne alla biblioteca del cardinale Bessarione. La biblioteca è stata formata a Roma e donata dal cardinale a Venezia nel 1468: la provenienza fornisce da sola una forte presunzione sull’origine romana della Bibbia, poiché il cardinale, che rivestiva diverse cariche nella città, era titolare di SS. Apostoli dal 1439, cardinale di Sabina, Frascati e Tuscolano dal 1449, passò lì la maggior parte del suo tempo ed è più probabile che abbia acquisito lì i suoi libri.
La scrittura appartiene al nuovo tipo middle geometrical, rilevata anche nella seconda Bibbia di Bovino, ma qui è più perfezionata, anche se mostra ancora due anacronismi: il costante utilizzo della s diritta anche alla fine delle righe, e la tendenza in questa s, come nella r e nella f, di allungarsi sotto al rigo, come nelle scritture anteriori. Questi elementi possono tuttavia essere considerati tipici dello scriptorium in cui fu copiata la Bibbia.
Le iniziali sono in maggioranza middle geometrical, con pochi elementi early geometrical e di transizione sparsi qua e là. La proporzione degli stili è evidente nella cornice della pagina incipitaria e negli archi delle Tavole dei Canoni. Il miniatore ha iniziato ad arricchire il bagaglio dei motivi middle geometrical, spesso iniziando dal pattern con la rosetta a quattro petali che caratterizza, quasi esclusivamente, la Bibbia di S. Maria in Vinci. Il codice contiene anche iniziali a barra piena del tipo normale rosso e giallo, accanto ad altre con il solo filetto giallo, come anche numerosi uccelli usati come iniziali in una maniera che diverrà tipica nel periodo late geometrical.
La grande iniziale in apertura mostra relazioni con gli esempi più antichi, in particoalre con la Bibbia di Todi (Vat. lat. 10405), studiata per le sue iniziali early geometrical, ma più in particolare con la Bibbia del Pantheon (Vat. lat. 12958) e la corrispettiva Bibbia di Admont (Stiftsbibliothek, cod. E), analizzate per le iniziali di transizione. Solo qui c’è una strana barra: il disegno usato nella F del Prologo in tutti e tre i codici più antichi citati, è trasferito alla I della Genesi - il disegno più antico della I della Genesi costruito su motivi early geometrical viene completamente abbandonato - e un nuovo disegno viene creato per la F. In essa, le aste sono prive di scomparti, e strisce di motivi middle geometrical coprono l’intera altezza. Questo primo membro del gruppo mantiene una striscia di motivi early geometrical nelle traverse orizzontali della F, ma gli altri due che verranno considerati li abbandonano in favore di motivi più moderni. Il motivo-base asimmetrico della F richiama qualcosa della I della Bibbia di S. Maria in Vinci. Nella I il motivo degli scomparti è esattamente quello della F nei primi tre codici, e il motivo base è copiato da quello dei due codici di transizione. Ma tutti i motivi early geometrical delle aste più antiche sono stati abbandonati in favore di motivi middle geometrical. Entrambe le iniziali mostrano un nuovo disegno, per l’intreccio della terminazione superiore, che sarà ripetuto esattamente nei due codici successivi.
Se questa Bibbia può essere assegnata plausibilmente nello stesso periodo dei codici precedenti, cioè fra il 1130 e il 1145, bisogna tuttavia specificare che probabilmente è di pochi anni più tarda.
Il secondo membro del gruppo è un frammento di Antico Testamento ora a Napoli, Biblioteca Nazionale cod. XV. AA. I. Il codice è stato, secondo un ex libris, nella biblioteca di Emilio Jacopo Cavalieri, vescovo di Troia alla fine del XVII e all’inizio del XVIII secolo; arrivò alla Biblioteca di Napoli all’epoca delle soppressioni napoleoniche. Non ci è noto nulla delle sue localizzazioni precedenti, ma vale la pena notare che secondo le annotazioni in esse contenute, molti volumi di Troia ora a Napoli erano stati donati alla Cattedrale di Troia da Guglielmo II, vescovo dal 1108 al 1141: se questa Bibbia era fra quei codici, potremmo considerare il 1141 come terminus ante quem, in perfettto accordo con le iniziali e la scrittura.
La Bibbia, a giudicare dalle iniziali e dalla scrittura, è certamente della Roma urbana. La scrittura somiglia fortemente a quella della Bibbia Bessarione, essendo del tipo middle geometrical perfezionato, ma mostra un numero minore degli anacronismi notati in quella Bibbia. Alcune mani usano la s tonda molto poco, ma altre, pur non utilizzandola mai all’interno della riga, la impiega costantemente a fine rigo. La vicinanza delle iniziali a quelle della Bibbia Bessarione è rappresentata dalla grande iniziale di apertura - sono quasi identiche nei due codici - e dalla quasi identità delle piccole capitali a lato. Nondimeno, vi sono qui leggeri sviluppi: la terminazione superiore mostra una vaga complicazione aggiuntiva, e i motivi middle geometrical nelle barre sono più vari ed elaborati. Ma la cosa più importante è che le iniziali in questa Bibbia sono interamente middle geometrical, senza alcuna traccia dei tipi precedenti: questi elementi indicano che questa Bibbia è posteriore di qualche anno.
Qualche anno più tardi è anche da assegnare il terzo membro del gruppo, un’altra Bibbia atlantica non illustrata, completa in un solo volume, in Vaticano, Vat. lat. 4217. Sfortunatamente non contiene alcuna indicazione di provenienza; ma le scritture, di diverse mani, sono esempi particolarmente raffinati del tipo middle geometrical rilevato negli altri due membri della triade, come anche nella maggioranza dei codici di produzione romana considerati, e anche le iniziali sono vicine, nell’aspetto generale, ai prodotti dell’urbe. Anche questa Bibbia è probabilmente prodotta a Roma.
Si tratta del migliore esempio dello stile. Le sue iniziali sono particolarmente belle, molte di esse ravvivate con uccelli e animali continuamente disegnti, talvolta umoristicamente, nelle barre in rilievo contro la pergamena bianca o negli interstizi, e in una occorrenza con una figura umana. Da notare sono le terminazioni a testa animale, molto spesso colorate - cosa del tutto rara - in verde. Anche la bellezza delle Tavole dei Canoni è da notare, e le iniziali a barra piena sono più accurate del solito.
La relazione fondamentale tra queste iniziali e le altre del gruppo non è così evidente nelle riproduzioni: anche se qualche motivo tradizionale rimane come nella Bibbia di Napoli, i motivi early geometrical sono del tutto assenti. La nuova elaborazione della F del Prologo e della I della Genesi, specialmente nelle terminazioni superiori ma anche in generale nei riempimenti delle barre middle geometrical, è un altro segno certo di una qualche leggera posteriorità. A confermarlo è il motivo base della F, che stranamente è finemente lavorato, e quello della I, che, anche se ricorda gli altri codici del gruppo, introduce una nuova caratteristica, una sorta di fogliame in un trinagolo capovolto, che sarà ripreso dalle Bibbie successive. Questa Bibbia può essere datata con ogni probabilità nel periodo 1130-1145.
        

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