giovedì 19 maggio 2011

Lo stile 'middle geometrical' (3a)

2. Lo stile 'avanzato'. Il tardo secondo quarto e il primo terzo quarto del secolo XII.
(Garrison, Studies I, pp. 101-102)

Verso la fine del secondo quarto del secolo, le iniziali middle geometrical iniziano a mostrare sempre più elementi che saranno tipici dello stile late geometrical. Non è per ora chiaro se si tratti di un'evoluzione autoctona all'interno dell'ambito umbro-romano, o se si tratti del risultato dell'influenza toscana, dove l'ultimo stile può essersi evoluto indipendentemente. Ma nell'ambito umbro romano è estremamente difficile stabilire un punto nel quale finisce il middle geometrical e ha inizio il late geometrical: l'evoluzione procede continuamente, per serie non interrotte, quindi la classificazione può risultare più o meno arbitraria. Così, all'interno dell'opera di un maestro, i primi lavori possono essere classificati middle geometrical con tendenze late geometrical, mentre gli ultimi possono meglio essere classificati decisamente come late geometrical con qualche reminiscenza middle geometrical: questo è quanto si percepirà in quanto verrà detto oltre.
Questi epigoni dello stile middle geometrical sono caratterizzati da una iniziale interruzione dello stretto protocollo middle geometrical, riguardo diversi elementi. Le iniziali diventano generalmente più regolari rispetto a prima, e più esili; le barre tendono ad essere più sottili e più semplici nella struttura; diventano sempre più frequenti gli sfondi squadrati, anche suddivisi in quarti o decorati, dello stile late geometrical; il fogliame degli interstizi diventa più sottile e più finemente lavorato. Ma soprattutto i riempimenti delle barre usano molto meno il pennello e molto più disegno di penna, cosicché la pergamena nuda emerge sempre più. Caratteristica è l'uso crescente della rosetta piccola e stilizzata, che diventa sempre più lineare nell'esecuzione. Talvolta, anche i motivi semplificati di carattere late geometrical iniziano timidamente ad apparire. Lo stile middle geometrical rimane ancora abbastanza forte per dominare questa fase.
La rottura iniziale dello stile è accompagnata da una variazione nella scrittura. Alcuni manoscritti mostrano ancora il caratteristico tipo middle geometrical, con una tendenza, in alcuni casi, ad una maggiore pesantezza. Alcuni manoscritti presentano entrambi i tipi più antichi, il tipo di transizione della Bibbia del Pantheon e il middle geometrical, una combinazione che si incontrerà anche nei manoscritti fiorentini del periodo (si veda il prossimo contributo negli Studies). Tutto probabilmente segnala un incremento negli scambi fra i monasteri, più frequenti peregrinazioni di monaci, e la conseguente contaminazione delle tradizioni che precedentemente si erano sviluppate in maniera rigidamente autonoma.
Da notare inoltre per quest'epoca è la graduale scomparsa nelle iniziali a barra piena; e, di particolare importanza per gli storici dell'arte, è il notevole incremento nel numero di codici illustrati.
In testa a quest'ultimo gruppo deve essere posto un importante Antico Testamento non illustrato, completo, ora in Vaticano (Vat. lat. 4216), prodotto nel monastero di S. Croce di Fonte Avellana nel 1146, la cui storia è già stata discussa altrove. Come è già stato detto, poiché il luogo e la data sono così certi, esso svolge un ruolo primario nel fissare l'evoluzione degli stili nella regione umbro-romana.
La scrittura, nel suo aspetto generale, è l'esempio perfetto del tipo middle geometrical così frequentemnete incontrato nei codici romani, da un lato senza alcuna traccia di carolina, dall'altro senza la pesantezza della gotica. Ma mostra tuttavia diversi dettagli arcaizzanti rispetto ai contemporanei codici romani, probabilmente dovuti al relativo isolamento dello scriptorium. Il ductus è leggero e sottile, e la s diritta supera ancora nelle occorrenze la s tonda, che appare solo a fine riga, molto spesso come lettera sovrascritta e raramente sul rigo. Inoltre, la f, la r e la s diritta scendono ancora sotto al rigo di base (caratteristica che si osserva, tuttavia, anche in alcuni codici romani).
La differenza tra le iniziali di questo codice e quelle dei codici già affrontati è evidente nelle riproduzioni. Anche se gli sfondi squadrati sono stati citati almeno a partire dalla Bibbia del Pantheon, si trovano qui completamente sviluppati e quasi ovunque. Inoltre, la barra tende alla semplificazione della struttura, con una riduzione sensibile della suddivisione in scomparti, e i riempimenti delle barre tendono alla semplicità del disegno e del colore, esclusivamente rosso e blu. Le ultime tendenze sono particolarmente marcate nella F del Prologo e nella I della Genesi. Ciononostante, i motivi si rifanno ancora chiaramente al repertorio middle geometrical, e il motivo base in entrambe le grandi lettere è tipico del repertorio come qualunque delle Bibbie già analizzate.
Certamente dello stesso periodo della Bibbia di Fonte Avellana - o di qualche anno posteriore - e probabilmente prodotto a qualche distanza da Roma è un frammento di Antico Testamento atlantico non illustrato, ora nella Biblioteca Nazionale di Firenze, Fondo Nazionale II. I. 510. La scrittura di questo codice certamente non è romana; anche se alcune mani ricordano il tipo middle geometrical dell'urbe, la maggior parte sono più piccole e pesanti, più compatte, talvolta verso una versione pesante del vecchio tipo di transizione della Bibbia del Pantheon. Le iniziali, tutte middle geometrical, sono molto vicine a quelle della Bibbia di Fonte Avellana, anche se sono meno accurate, i motivi di riempimento delle barre sono più rozzi e meno variati, il disegno generale sembra in certi casi ripreso da quello di altri codici, e il fogliame degli interstizi si trova allo stesso stadio di elaborazione.

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