domenica 22 maggio 2011

Lo stile 'middle geometrical' (3d)

(Garrison, Studies I, pp. 108-109)

La stessa mano che ha illustrato la Bibbia ha illustrato anche il Passionario. Questo dovrebbe risultare vidente dalle piccole figure con le quali sono ornate le iniziali di entrambi: e anche se vi sono notevoli differenze nei dettagli delle iniziali dei due codici, che saranno considerati più avanti, le strette relazioni tra loro sono ben evidenti. I riempimenti delle barre sono simili, di cui i più avanzati sono allo stadio evolutivo che va verso il late geometrical, e lo stesso si può dire del fogliame degli interstizi.
Nel Passionario le scritture variano: dalla somiglianza con il tipo di transizione della Bibbia del Pantheon, alla somiglianza con il tipo middle geometrical. In generale, tuttavia, è più pesante rispetto alle scritture della Bibbia, eccetto le più tarde, e l’uso della s tonda è più consistente. Alcune di esse appartengono probabilmente alle stesse mani del volume II della Bibbia. In ogni caso, la medesima incertezza aleggia sulla loro origine.
Se è corretto credere che i miniatori e gli illustratori della Bibbia siano le stesse persone, dal momento che le illustrazioni del Passionario sono delle stesse mani, altrettanto si può dire delle iniziali. Le iniziali del Passionario sono peraltro sufficientemente simili a quelle della Bibbia da essere ritenute delle stesse mani. Tuttavia, come è stato detto, ci sono alcune differenze: le iniziali del Passionario presentano diversi motivi più antichi, di cui molti mostrano riempimenti delle barre quasi completamente early geometrical o di transizione, altri presentano un gran numero di questi mescolati a riempimenti middle geometrical. Il Passionario potrebbe per questo essere ritenuto leggermente anteriore alla Bibbia. Ma altre differenze sollevano la questione se tali divergenze non siano dovute alla diversa regione in cui sono stati prodotti.
Le iniziali del Passionario presentano diversi dettagli che si vedranno poi in molti manoscritti della regione fiorentina del secondo quarto del secolo. In molti codici fiorentini, più che in quelli romani, a questa altezza cronologica va considerato il gran numero di elementi early geometrical e di transizione. Bisogna ricordare che questa commistione di stili è coltivata meno costantemente nella regione umbro-romana, d’altra parte, si proverà che si tratta di una caratteristica dei codici fiorentini anche entro il terzo quarto del secolo. Perdipiù, molti dei riempimenti delle barre, specialmente quelli che preludono alla transizione, sono molto vicini ai riempimenti tipici a Firenze, come una versione particolare del nodo allungato, in cui gli spazi così determinati sono suddivisi in sezioni di diverso colore, ma anche altri come il disegno profondamente dentellato della Q al f. 144, o le capitali ‘piumate’ utilizzate sotto la traversa di molte T.
Queste relazioni con Firenze trovano una conferma solida dal fatto che il Passionario è stato copiato per un monastero benedettino nella regione di Firenze: che il monastero fosse benedettino è provato non solo dal complessivo programma delle festività ma anche, più specificamente, dal fatto che la passione di s. Benedetto è decorata con la sola iniziale che fa impiego di oro. Che è localizzata nella regione fiorentina è poi attestato dal programma agiologico: questo comprende innanzitutto le celebrazioni per due dei santi indicativi della Toscana, s. Cerbone e s. Miniato. Comprende inoltre una celebrazione il 25 maggio per s. Zenobio vescovo, anch’esso indicativo di Firenze, e per s. Bolonio (o Bononio) che in Toscana è venerato solo nella regione fiorentina - dopo essere stato abate nel monastero di Lucedio, questo santo divenne il primo abate dell’importante monastero benedettino di S. Michele a Marturi. E infine, presenta la pratica esclusivamente fiorentina di celebrare s. Gaudenzio, prete e abate a Fiesole, nel giorno proprio, il 26 novembre, con la passione di s. Gaudenzio vescovo di Novara, la cui festa cade invece il 22 gennaio.
Come è dunque possibile conciliare i diversi elementi localizzanti dei due codici? Lo stile delle illustrazioni e il carattere fondamentalmente middle geometrical delle iniziali sembra provare che i maestri della Bibbia di Napoli devono essersi formati nella regione umbro-romana. E la scrittura nel primo volume della Bibbia prova che essa fu qui copiata e miniata; è possibile, oltrettutto, che anche il secondo volume sia stato allestito qui, dal momento che gli elementi avventizi nelle scritture possono essere spiegati come tracce di monaci ‘stranieri’ in un monastero umbro-romano, come è possibile che fra questi ‘stranieri’ ci fossero alcuni fiorentini, che tornando a casa erano accompagnati da miniatori e illustratori umbro-romani, e forse da scribi umbro-romani; oppure è ben possibile che i miniatori-illustratori fossero essi stessi copisti. Il Passionario potrebbe essere stato da loro prodotto nella regione umbro-romana, non prima della Bibbia, come suggerivano gli elementi arcaizzanti, ma più tardi: tali elementi possono essere spiegati come appartenenti all’assorbimento delle influenze fiorentine da parte degli umbro-romani - nel periodo in cui lavoravano a Firenze, numerosi codici miniati in maniera elaborata in uno stile di transizione fiorentino dovevano essere disponibili e a loro accessibili. Ma è anche possibile che alcune delle iniziali nel Passionario siano state eseguite da aiutanti fiorentini. Queste ipotesi sono naturalmente molte problematiche, e sembrano voler tener conto di tutti gli elementi a prima vista contraddittori nella maniera più soddisfacente.    

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