mercoledì 11 maggio 2011

Lo stile di transizione (1a)

Lo stile geometrico di transizione nella regione umbro-romana.
L’inizio del secondo quarto del XII secolo.
(Garrison, Studies I, 83-84)

Il periodo di transizione nello sviluppo dello stile geometrico, alla luce di quanto discusso nella prima parte di questo studio, che include sia scritture che iniziali datate, può essere assegnato al secondo quarto del secolo XII: inizia, per quanto può essere stabilito, nella regione umbro-romana circa nel 1125. Anche se, come si vedrà nel prossimo saggio, continuò in Toscana lungo il quarto di secolo, e anche oltre, nella regione umbro-romana durò per un breve periodo, corrispondente al decennio che diede vita ad un nuovo stile unitario, il middle geometrical.
I manoscritti di questo breve periodo mostrano una continuazione di molte tendenze già presenti nel primo quarto del secolo: verso una riduzione delle dimensioni delle iniziali del codice e un aumento della regolarità e della chiarezza nella struttura; verso un aumento del disegno a penna, soprattutto nei riempimenti delle barre, anche se la pennellata ancora predomina, e verso una brillantezza maggiore dei colori - con rosso chiaro, blu e verde che si diffondono ovunque.
Ma lo stile geometrico di transizione è caratterizzato da elementi più decisivi: nuove modalità nel disegno delle iniziali del Prologo e della Genesi, che verranno descritti a breve; nuove forme caratteristiche nelle terminazioni delle barre in generale - ulteriormente sviluppate nello stile middle geometrical - in cui il fogliame, estremamente stilizzato, è incluso in un contorno e plasma una torsione asimmetrica; un’ulteriore elaborazione dei riempimenti degli interstizi, che perdono ogni reminiscenza di stile ottoniano ed evolvono in una grande ricchezza e varietà, in gran parte per influenza francese - influenza che si manifesta nel disegno più aggraziato e fluente e nel naturalismo delle forme di tralci, foglie e fiori.
Ma soprattutto è caratterizzato da nuovi motivi nei riempimenti delle barre, ripresi, apparentemente, da varie fonti. Appare un nuovo intreccio semplificato, tracciato principalmente con puntini bianchi, trattini o linee. Più tipico è un nuovo tipo di disegno ad intreccio, in cui un filetto sottile, lasciato privo di colore, segue il contorno interno dello scomparto dell’asta, che è più lungo e stretto del solito e forma un semplice intreccio o si espande ad intervalli lungo la sua estensione, e il rimanente spazio nello scomparto è riempito con tocchi di un unico colore. Questo intreccio esteso in lunghezza sembra avere avuto origine dalle iniziali precarolinge, poi essersi adattato alle carolinge, e aver continuato nelle iniziali più recenti, soprattutto in Francia: si tratta dell’indizio principale della transizione sia nella regione toscana che in quella umbro-romana. Tipici sono anche molti altri motivi, in relazione tra loro, costituiti da linee ondulate o dentellature: nella loro forma più semplice, sono in special modo frequenti negli scomparti terminali delle aste, cioè in quegli scomparti rastremati verso la fine. Vi sono inoltre altri disegni, come i riempimenti a zigzag con forme a foglia che non hanno avuto grande diffusione e che furono presto abbandonati.
Questa prima parte del quarto di secolo è di transizione nella regione umbro-romana anche per due altri motivi.
In primo luogo, i nuovi motivi appaiono accompagnati dai vecchi motivi early geometrical in un’unica iniziale, oppure se costituiscono interamente una iniziale, si accompagnano a iniziali interamente dello stile precedente. I motivi tardo early geometrical continuano ad essere accuratamente eseguiti con il pennello, ma in questo momento sono quasi sempre rosso chiaro, blu chiaro e verde chiaro. Più tardi, i motivi middle geometrical e intere iniziali compaiono accanto ai motivi e alle iniziali di transizione; inoltre, allo stato attuale, non sono noti manoscritti in cui lo stile di transizione appare da solo.
In secondo luogo, la diffusione del nuovo stile di iniziali si accopmagna ad un nuovo tipo di scrittura. La scrittura riformata, ispirata dalle scritture che precedentemente si praticavano più a nord e che si diffusero in Italia al volgere del quarto di secolo, all’inizio modificò se non sostituì la carolina. La scrittura, che può ancora dirsi carolina, toccata dalla riforma, è già stata rilevata nei manoscritti del periodo early geometrical. La scrittura della transizione, d’altra parte, può definirsi a tutti gli effetti riformata, anche se inizialmente mantiene alcune reminiscenze caroline: permangono una certa inclinazione e, in alcune mani, una certa irregolarità e densità. La s diritta è frequente, e come la r e la f si allunga sotto al rigo. Queste caratteristiche arcaiche vanno gradualmente eliminandosi: la s tonda sostituisce la s diritta, prima a fine rigo, poi a fine di parola - l’aumento in proporzione di quest’ultima è un blando indice di una datazione più avanzata, anche se sembra variare da un monastero all’altro e forse da una località all’altra.
Questi cambiamenti riguardano tutta la produzione per un periodo di notevole ampiezza. Ma entro la sua vasta evoluzione si devono distinguere due tipi di scrittura, ciascuna delle quali originata da modelli nordici, ciascuna sviluppata da un modo particolare di tagliare la penna e da una specifica abilità nel controllo della pressione. Il primo tipo emerge con le iniziali di transizione e perciò è definito tipo di transizione, anche se continua ad evolvere dopo l’avvento del middle geometrical e anche del late geometrical. Si caratterizza per lettere prevalentemente sottili, per i tratti di penna sottili per tutta la loro lunghezza, e per una mancanza di enfasi nei filetti. Si vede nella versione perfezionata nella Bibbia del Pantheon, datata tra il 1125 e il 1140, e probabilmente allestita abbastanza presto in questo arco di tempo. Il secondo tipo emerge leggermente più tardi nei manoscritti middle geometrical e per questo è chiamato tipo medio-geometrico, anche se continua ad evolversi nel terzo quarto del secolo: verrà descritto più avanti. 

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