mercoledì 18 maggio 2011

Lo stile 'middle geometrical' (2d)

(Garrison, Studies I, pp. 100-101)

Molti dei manoscritti che contengono inziali middle geometrical or ora considerati sono in qualche modo legati a Roma, e altri possono essere, sulla base della scrittura e/o delle loro iniziali, attribuiti con una certa sicurezza alla città: questi formano un gruppo solido che attesta come l'invenzione dello stile sia avvenuta nella stessa Roma. Ci sono inoltre alcuni manoscritti la cui origine è più incerta ma che possono essere in qualche modo legati a centri umbro-romani, dove potrebbero essere stati prodotti. Questi altri manoscritti suggeriscono che lo stile che iniziò a diffondersi almeno nella regione umbro-romana; ma quasi dappertutto al di fuori di Roma, si fosse modificato in qualche dettaglio, così da rendere identificabile l'origine extra-urbana.
La prima parte del Passionario atlantico illustrato della Vaticana, Vat. lat. 6074, la seconda parte del quale è già stata citata per le sue iniziali early geometrical, potrebbe essere il primo codice non urbano; all'inizio del f. 1, in una mano del XIV secolo, si legge: Iste liber est Abb.ci S. Marie de Rosa prope Sen., ordinis chamal. Questo monastero senese tuttavia non si trova fino al 1324, e non si può parlare dunque di origine. Si è anche detto che il miniatore di questa parte del Passionario fosse uno di coloro che hanno decorato la Bibbia del Pantheon, di produzione certamente romana, ed è possibile pensare che anche il Passionario sia stato prodotto a Roma. Ma ci sono forti indizi nel suo programma agiologico che sia stato al limite copiato per una chiesa o un monatsero nel nord-est del territorio papale, in Umbria, nelle Marche, o nella regione emilio-romagnola. Anche se potrebbe essere stato prodotto a Roma per un'altra destinazione, sembra più ragionevole affermare che sia stato prodotto nel centro per il quale era destinato, e spiegare lo stile delle iniziali e delle illustrazioni come opera di un miniatore o un decoratore romano, quasi certamente un monaco, che lavorava fuori di Roma.
Le feste più significative sono quelle di s. Saturnino, il 29 novembre, s. Paterniano il 10 luglio, e s. Rufillo il 18 luglio. Il primo, vescovo di Tolosa, martire nel 257 d. C., sembra aver goduto di speciale venerazione in gran parte dell'Umbria. La sua vita si trova in pochi Passionari, e tra questi almeno uno, del XII secolo, viene da S. Eutizio in Val Castoriana, vicino a Norcia, che è certamente umbro, poiché contiene anche la vita di s. Costanzio (Roma, Biblioteca Vallicelliana, cod. I). La venerazione di s. Rufillo, vescovo di Forlimpopoli, è più ristretta e limitata alla regione emilio-romagnola e agli immediati dintorni. s. Paterniano era vescovo di Bologna e Fano ed era venerato soprattutto in quest'ultima città. La sua vita si incontra anche in altri Passionari, e tra questi ve n'è uno dell'XI secolo che è sicuramente romano (Vatic. S. Pietro A. 4), uno del XII secolo che è certamente umbro, che contiene anche s. Costanzio (Roma, Biblioteca Casanatense 713) e un altro che è certamente ravennate della fine dell'XI o dell'inizio del XII secolo, che contiene le vite dei vescovi locali non venerati altrove, i santi Barbaziano e Ursicino (Vat. lat. 6073). Quest'ultimo Passionario contiene, accanto a s. Paterniano, anche s. Rufillo, e c'è quindi una forte probabilità che il Vat. lat. 6074 provenga dalla stessa zona. Che i due codici fossero arrivati insieme in Vaticana è suggerito dalla loro numerazione contigua.
Il Passionario fu copiato da diverse mani, tutte aderenti alla riforma, con pochissime reminiscenze caroline, ma molto più avanzate di quelle presenti nella Bibbia del Pantheon, fatto che prospetta una datazione avanzata nel quarto di secolo rispetto alla Bibbia, sempre nel periodo 1130-1145.
A questa data si accordano grosso modo le tre iniziali geometriche del codice. Una Q al f. 2 è interamente early geometrical in una versione molto tarda, ed è posizionata su uno sfondo squadrato che prelude allo stile late geometrical, mentre la P del f. 48 e la C del f. 54 sono perfettamente middle geometrical, la prima con due scomparti che mantiene ancora un intreccio early geometrical. L'ultimo dettaglio in queste iniziali è lo sfondo squadrato della Q, che impedisce di datare troppo presto il codice, entro l'arco di tempo suggerito dalla scrittura.
I Moralia di s. Gregorio, che formano la seconda parte di un codice di S. Eutizio in Valcastoriana, ora nella Biblioteca Vallicelliana di Roma, pubblicata da padre Pietro Pirri nel 1949, possono essere approssimativamente contemporanei del codice precedente. La scrittura, come la combinazione di elementi early geometrical, di transizione e middle geometrical nelle iniziali, potrebbero consigliare di assegnarla all'inizio del quarto di secolo: ma che si tratti di un prodotto locale di qualche anno successivo è evidente da diversi elementi.
Durante la riforma molte scritture mostrano reminiscenze caroline: in alcune mani, la s tonda è rara, in altre è più frequente. La cornice della pagina incipitaria è interamente early geometrical, così come alcune iniziali. Altre iniziali sono middle geometrical, con elementi early e di transizione. Da notare in particolare la grande R con cui inizia la lettera introduttiva di s. Gregorio, con foglie elaborate negli interstizi, e la P all'inizio del libro VIII, che somiglia alla P della Bibbia del Pantheon. Tutte queste caratteristiche erano pressocché normali all'inizio del quarto del secolo, e non avrebbero suscitato forti dubbi sulla data o il luogo di produzione del manoscritto. Ma che qui abbiamo a che fare con un prodotto locale e in qualche modo 'in ritardo' prodotto ad una certa distanza da un centro propulsore dello stile è evidente da elementi quali il disegno sottile degli elementi geometrici nella cornice della pagina incipitaria, che richiama in qualche modo la Bibbia dell'Aquila, e la P al f. 321, che mostra una strana anomalia che può essere classificata come un elemento di derivazione locale. Le barre e i riempimenti delle barre di questa P ricordano vagamente lo stile geometrico dell'Italia centrale, mentre il fogliame completamente ottoniano è un anacronismo rispetto agli elementi normali del codice. Questo s. Gregorio è stato probabilmente allestito a S. Eutizio, e abbastanza avanti nel quarto di secolo.
Infine da notare sono due manoscritti minori e alcuni frammenti, che sono probabilmente da datare con i codici precedenti. I due manoscritti, che sono a Lucca, contengono solo iniziali a barra piena, ma presentano pagine incipitarie con cornici geometriche che rappresentano più o meno enfaticamente lo stile middle geometrical: Lucca, Biblioteca Capitolare, cod. 18, un De Civitate Dei di s. Agostino e le Omelie di s. Girolamo, legate insieme, da datare probabilmente all'inizio del quarto di secolo; 2) Lucca, Biblioteca Governativa, cod. 1377, s. Girolamo, Comento su Ezechiele e Daniele, con una cornice nella pagina incipitaria di ciascuno, probabilmente da datare più tardi nel quarto di secolo. Che quest'ultimo codice provenga da Roma è indicato da una nota apposta nel contropiatto anteriore dal suo primo possessore, Lucchesini di Lucca: Questo... libro... proveniente da Roma mi è stato venduto dal signor Abate Eusebio della Lena... ed è scritto nel secolo XI. I frammenti, due fogli di una Bibbia atlantica della Nationalbibliothek di Vienna segnati series nova 4236, mostrano iniziali middle geometrical in cui sono numerosi gli elementi early geometrical, e sono perciò databili all'inizio del quarto di secolo. La datazione è confermata dal carattere carolino della scrittura, certamente un anacronismo di un copista anziano.

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