martedì 10 maggio 2011

Lo stile 'early geometrical' (7)

5. Secondo quarto del XII secolo
(Garrison, Studies I, pp. 65-67)

La maggioranza dei manoscritti ascrivibili al secondo quarto del secolo XII che contengono iniziali early geometrical contengono anche esempi dello stile di transizione, del middle e talvolta del late geometrical. Devono essere considerati come appartenenti all’ultimo stile attestato - lo stile secondo il quale vengono datati - le iniziali early geometrical comunque menzionate.
Ma uno dei manoscritti più importanti del periodo mostra solo uno stile early geometrical, e deve perciò essere trattato singolarmente: si tratta della Bibbia atlantica della Biblioteca Comunale di Perugia, cod. L 59, di particolare importanza per la storia dell’arte, perché contiene cinque illustrazioni a piena pagina incorniciate in un fascicolo separato all’inizio, che costituiscono le illustrazioni più monumentali e significative del XII secolo in Italia. Queste illustrazioni sono certamente umbro-romane, come già confermato da altri studiosi, e io credo che siano opera di un maestro della Roma urbana. Anche se si trovano in un fascicolo separato, le cornici sono composte dagli stessi elementi early geometrical che costituiscono le iniziali della Bibbia; le illustrazioni sono perciò prodotte nello stesso luogo e negli stessi anni in cui fu confezionata la Bibbia, e legano il codice alla regione umbro-romana, e probabilmente alla stessa Roma.
La scrittura è quella della riforma, ma è ancora leggera e ariosa, senza la spessa solidità che caratterizza lo stile verso la fine del quarto di secolo, e con evidenti reminiscenze della scrittura anteriore, come la leggera inclinazione, l’allungamento della r, f e s diritta sotto alla linea - più evidente in alcune mani piuttosto che in altre - e il fatto che la s tonda, anche se abbastanza frequente alla fine della riga, e talvolta in mezzo alla riga alla fine di parola, è ancora largamente superata dalla s diritta. Queste caratteristiche sono normali nella prima parte del quarto di secolo, e, a meno che forti ragioni possano essere espresse per ritenerle elementi di ritardo nella Bibbia, sono sufficienti a etichettare come erronee le datazioni più tarde cui è stata assegnata.
La stessa posizione cronologica della Bibbia è oltretutto rafforzata dal fatto che le iniziali early geometrical appaiono senza lacun sentore dello stile di transizione, che diverrà predominante al volgere del quarto di secolo, e dalla natura di queste iniziali. Anche se regolari e accuratamente disegnate, leggiadre e chiare nel colore, nel dettaglio mostrano ancora legami con le iniziali della prima ora, particolarmente evidenti all’inizio del codice. Come già detto, la F del Prologo è quasi una copia - anche se nella versione perfezionata - della F del Vat. lat. 4217A, e la I richiama in qualche aspetto la I dello stesso codice. La relazione della F con quella della Bibbia Ambrosiana è altresì ovvia; ma parimenti ovvi sono gli sviluppi delle iniziali della Bibbia di Perugia. Da notare nella F è l’introduzione di uno sfondo e le foglie negli interstizi - la prima occorrenza - il carattere francese, elegante ed evoluto del fogliame, la conseguente nuova disposizione delle prime parole del testo e infine il nuovo raffinato intrico del motivo base. Si osservi nella I la forma circolare della terminazione superiore, appena anticipata nella I della Bibbia di Parma, l’uso delle teste animali ai lati, lo sviluppo elaborato dei rotoli nell’inserzione delle aste, che eguaglia in raffinatezza i riempimenti degli interstizi della F, la base finemente lavorata, e le capitali a barra piena a lato, citate prima come un espediente utilizzato spesso nel Vat. lat. 6074.
Queste iniziali senza dubbio sembrano umbro-romane: devono essere state vergate all’inizio del secondo quarto del XII secolo, probabilmente tra il 1125 e il 1135, certamente non dopo il 1140.

Postscript.
Mentre scrivevo questo testo, sono venuto a conoscenza di un’altra Bibbia atlantica non illustrata, Vat. S. Pietro A.1 (0,555 × 0,38, ff. 414 e 3 carte di guardia, da Genesi a Epistole, acefalo). La scrittura è di varie mani, alcune delle quali sfiorano la decadenza della carolina della fine del secolo XI, ma in qualche modo più regolare e romboidale; altre mostrano le caratteristiche della carolina del primo quarto del XII secolo. Molte evidenziano tratti tipici della romanesca, un’unione di stili tipica di quest’ultimo periodo. Le iniziali geometriche sono tutte di stile early (ci sono anche iniziali a barra piena con filetti gialli, blu e verdi e riempimenti di stile ottoniano). Sono abbastanza grandi e un poco grossolane, ma un po’ meno regolari e brillanti di quelle della Bibbia di S. Cecilia, e le terminazioni a foglie richiamano il periodo di transizione a venire. La scrittura e le iniziali suggeriscono che questa Bibbia sia di qualche anno precedente quella di S. Cecilia, meglio ancora dello stesso periodo (1110-1125).  

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