venerdì 20 maggio 2011

Lo stile 'middle geometrical' (3b)

(Garrison, Studies I, pp. 101-105)

Anche un altro manoscritto, un Salterio devozionale della British Library, Yates Thompson 40, può essere datato, sulla base della scrittura e delle iniziali, allo stesso periodo della Bibbia di Fonte Avellana. Anche le sue origini sono collocabili in uno scriptorium situato nella stessa regione, anche se rimangono in qualche modo incerte.
Che il Salterio è stato utilizzato alla fine del XIII secolo nel monastero di Fontebuono di Camaldoli, nel Casentino (Diocesi di Arezzo), è attestato da numerose note aggiunte: al f. 175, è stata aggiunta una preghiera da una mano del XIII secolo, in cui una sorta di colophon dice:
Ora frate pro scriptore
Christi legens in honore
presens evangelium
Disciplorum (sic) gaudium
Supplicaque deo digne
Liberetur ut ab igne
Frater Symon non indigne
Pater pii gratia

Più sotto c'è un'altra nota, appena leggibile:
In nomine domini amen. MCCLXXXVI. In Assumptione beate Marie Virginis
Ego Petrus peccator monacus (indig)ne in cella nova tempore Dompni (Fred)iani

Ancora sotto c'è una sua trascrizione del 1787 di Bandini. Inoltre, la nota obituaria di frate Simone è aggiunta al Calendario all'inizio del codice il 18 settembre, con l'anno 1292, quella di Petro monaco l'8 novembre, senza anno. Il Calendario contiene, infine, la nota obituaria del priore Fridianus il 2 novembre, con l'anno 1297, che fornisce gli elementi per completare il nome nella precedente annotazione. Tutti e tre i personaggi sono noti anche attraverso altri documenti legati al monastero citato.
Tuttavia, il Calendario nel suo programma agiologico non prova che il Salterio sia stato allestito per Fontebuono né per un altro centro toscano. A dispetto del fatto che si trova in un diverso fascicolo, del quale il f. 8r-8v, che ora reca testi aggiunti successivamente, doveva essere in origine bianco, tanto che non si può dire che fosse parte del codice originario, la scrittura è contemporanea e molto simile a quella della parte principale del codice, e i santi presentano alcune concordanze con quelli delle Litanie, tanto che è estremamente probabile che sia effettivamente parte del codice. Inoltre il programma delle commemorazioni diventa importante per fissare il luogo di origine, assieme al testo principale del Salterio.
Nel Calendario due santi comunemente indicativi della Toscana, Cerbone e Miniato, sono un'aggiunta successiva, come anche Frediano, indicativo di Lucca, Firenze o Pisa. Nelle Litanie, mentre s. Miniato è di prima mano, s. Frediano sembra essere un'aggiunta del XII secolo, o una correzione: questa è una prova, ancorché negativa, contro l'origine toscana. D'altra parte il Calendario contiene il 1° giugno la commemorazione per i santi Viriano, Orfito, Exuperante e Fortunato, venerati a Città di Castello, e il 23 dicembre quella di s. Gregorio spoletino, patrono minore di Spoleto. Sarebbe naturalmente azzardato attribuire il codice sulla base di queste sole due festività umbre; tuttavia, il complemento della prova negativa con quella positiva conferisce forza all'ipotesi di origine al di fuori della Toscana, nella regione umbra, molto probabilmente nel nord-est.
Ulteriori precisazioni possono essere dedotte da una preghiera al f. 165, fra numerose preghiere ai santi maggiori, tutte parte del testo originale, indirizzate a s. Maurizio patrone pio. Questo santo potrebbe essere il patrono di una città o di una regione, o il titolare di una chiesa o di un monastero, ma è impossibile sapere quale. Tuttavia si può dire che s. Maurizio è venerato soprattutto dell'Umbria orientale e nelle Marche; si tratta, prima di tutto, del santo patrono di Fossombrone, e vi era un ordine militare dedicato a s. Maurizio vicino a Fabriano, e una cappella di s. Maurizio in loco Ausi, appartenente al monastero di S. Trinità de Monte Herculis, nelle vicinanze dell'attuale S. Leo, vicino ad Urbino, che nel 1153 entrò nel possesso di S. Maria de Insula, dipendenza di Fontebuono. Inoltre vi era un monastero di S. Maurenzio a Fossombrone, che è menzionato fin dal 1224 ma che è noto per essere più antico, il cui è nome è certamente una variante locale di s. Maurizio, patrono della città.
A causa del legame con Fontebuono, si potrebbe essere tentati ad un primo approccio di suggerire che la Cappella di S. Maurizio che appartenne a S. Trinità de Monte Herculis fosse una chiesa per la quale il Salterio fu probabilmente copiato, e di ritenere che il Salterio sia stato copiato a S. Trinità. Ma nonostante il fatto che ulteriori informazioni possano essere addotte per provare l'importanza della Cappella, l'identificazione non sembra affatto plausibile. Il monastero di Fossombrone sembra invece più probabile: è più prudente interpretare la preghiera, assieme alle altre prove agiologiche, come indicatore in generale della regione umbro-marchigiana.
Gran parte delle iniziali geometriche del codice è di piccole dimensioni; esse presentano, nel fogliame stilizzato delle terminazioni a taglio asimmetrico, le stesse reminiscenze di Roma presenti nella Bibbia di Fonte Avellana. La grande B del Beatus vir (f. Av), e la cornice della crocifissione (f. 169) sono pure legate alle iniziali e alle cornici romane nel carattere generale. E i riempimenti degli interstizi nella B e in altre iniziali nel codice sono vagamente simili nel disegno a quelli della Bibbia di Fonte Avellana. L'iniziale e la cornice aiutano a datare il Salterio: nella B del Beatus e in altre iniziali del codice lo sfondo squadrato e il carattere elaborato dei riempimenti degli interstizi, la semplicità di alcuni riempimenti delle barre, lambiscono già lo stile late geometrical, come nella Bibbia.
Pare quindi prudente ritenere il Salterio approssimativamente contemporaneo alla Bibbia e prodotto nella stessa regione.

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