martedì 31 maggio 2011

Lo stile di transizione in Toscana (1e)

(Garrison, Studies I, pp. 166-168)

Tre codici atlantici della collezione Sessoriana nella Biblioteca Nazionale di Roma (da S. Croce in Gerusalemme), Sessor. 3, 5, 6, mostrano alcuni punti di somiglianza nella scrittura e nelle iniziali che potrebbero indicare che sono stati prodotti nello stesso scriptorium. Che questo scriptorium è fiorentino è assicurato dallo stile delle iniziali, come da prove agiologiche di uno di essi, Sessor. 5. L’identità dello scriptorium è suggerita, anche se non comprovata con certezza, da un nota di possesso del XV secolo nel Sessor. 6, di S. Salvatore a Settimo. In questi tre manoscritti il legame con Roma è ancora distinguibile ma molto ridotto: con essi si apre un fase posteriore nell’evoluzione degli stili delle iniziali fiorentine, e tutti e tre possono essere datati abbastanza avanti nel secondo quarto di secolo.
Vi sono alcuni indizi nella scrittura e nelle iniziali del fatto che il Sessor. 3, un frammento di Bibbia atlantica, sia di poco anteriore agli altri due.
La scrittura, particolarmente calligrafica, appartiene al tipo middle geometrical della regione umbro-romana, di cui la versione fiorentina è stata tipizzata nella Bibbia di S. Maria del Fiore già esaminata. Nell’aspetto è abbastanza leggera e sottile, indizi di relativa anteriorità, ma la s tonda non supera mai la s diritta a fine riga ed è poco frequente a metà riga alla fine di parola. Questa scrittura, a giudicare dalle sue analogie con la sequenza stabilita a Roma, sarebbe stata probabilmente normale nel pieno quarto di secolo, vale a dire tra 1130 e 1145.
Le iniziali sono di inusuale bellezza. Sono tutte di transizione, ma incorporano ancora molti intrecci early geometrical come riempimento delle barre. Punti di contatto con lo stile middle geometrical della regione umbro-romana sono: alcune terminazioni e motivi base che richiamano molto vagamente quelli romani; alcuni dei riempimenti delle barre che ricordano nel colore e nell’esecuzione vivace i colori e la tecnica middle geometrical dell’Urbe. Ma in generale, ogni elemento è derivativo, sviluppo lontano dalla norma romana. A dispetto dell’apparenza middle geometrical di certe iniziali, i motivi non sono quelli del repertorio umbro-romano; e a dispetto delle somiglianze di colore in queste iniziali, il colore in generale è decisamente diverso da quello di Roma, con predominanza di verde e marrone. Particolarmente caratteristico è il riempimento elaborato delle barre descritto in apertura di paragrafo, che non si trova a Roma ma ricorre nei due altri manoscritti di questo gruppo. In molte iniziali, i riempimenti degli interstizi sono particolarmente raffinati, e talvolta si diffondono sulle barre in maniera decisamente non-romana. Il codice contiene un certo numero di iniziali a barra piena, in cui le barre sono composte sia da uno stretto filetto giallo unico, sia da un filetto giallo più largo diviso a metà da una sottile linea rossa. Quest’ultima modalità, non conosciuta a Roma, si vedrà di nuovo in un manoscritto fiorentino più tardo che sarà discusso in seguito (Firenze, Bibl. Laurenziana, Plut. 20.1). Infine, le Tavole dei Canoni sono di un tipo differente anche se deriva da modelli romani.
Probabilmente un po’ più tardo del precedente - plausibilmente da assegnare tra il 1135 e il 1150 - anche se strettamente collegato nella scrittura e nelle iniziali, è il Sessor. 6, un Lezionario atlantico. Nell’ultima pagina vi è la nota di possesso menzionata sopra: Monasterii S. Salvatoris de Septimo Cysterciensis ordinis et Florentine dyocesi. Ma anche senza questo indizio, lo stile delle iniziali indica la regione fiorentina.
In questo Lezionario la scrittura, anch’essa di tipo middle geometrical, è in qualche modo più avanzata di quella del frammento di Bibbia. La s tonda è quasi costante a fine riga e frequente alla fine di parola. Tutto ciò non indica altro che un copista più giovane: ma considerate con certe caratteristiche avanzate nelle iniziali, fornisce una prova per una datazione un poco più tarda.
Tutte le iniziali sono qui di transizione, senza alcuna traccia di motivi early geometrical. Molte sono paragonabili a quelli della precedente Bibbia, in particolare nei riempimenti delle barre a petali lavorati. Altre sono paragonabili a quelle di altri codici fiorentini considerati: ricorre lo speciale motivo a foglia nelle Tavole dei Canoni della Bibbia di S. Maria del Fiore, e del s. Agostino (Mugel. 5). Altre ancora sono decisamente avanzate, e mostrano tendenze verso lo stile late geometrical nell’alleggerimento della struttura e del colore, nell’aumento del tratto di penna a sfavore della pennellata, e nell’aumento dell’impiego dello sfondo squadrato. Il codice contiene inoltre belle iniziali a barra piena, in cui le barre sono sfumate dal giallo all’arancio, una maniera che si incontrerà solamente nei codici legati a Firenze (si veda il Firenze, Bibl. Laur., Plut. 20.1).
Particolarmente legato al Lezionario è il terzo manoscritto del gruppo, Sessor. 5, un frammento di Passionario atlantico, anche se è probabilmente di qualche anno più tardo. Che sia fiorentino è provato dal suo programma delle celebrazioni, e specialmente dalla festività di s. Zenobio, vescovo di Firenze (25 maggio) e di s. Alessandro, vescovo di Fiesole (6 giugno). Che sia stato prodotto sotto le influenze romane è indicato non solo dalle iniziali, ma anche dalla sua sola illustrazione, la figura ad altezza piena di s. Apollinare al f. 169v. La scrittura di questo Passionario varia enormemente, ma la maggior parte afferisce al tipo middle geometrical, alcune più avanzate di quelle riscontrate nel Lezionario. Le iniziali, tutte di transizione senza reminiscenze dello stile early geometrical, presentano, come nel Lezionario, tendenze allo stile late geometrical. Ricorrono sia il nodo stretto che i riempimenti delle barre a petali elaborati, e sono da notare le numerose iniziali zoomorfe e alcune iniziali dallo stile estraneo a questo ambito.        
     

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