venerdì 3 giugno 2011

Lo stile 'late geometrical' (2)

Il terzo quarto del secolo XII.
(Garrison, Studies II, pp. 48-49)

Alla fine del secondo quarto e all’inizio del terzo quarto del sec. XII, è in corso il cambiamento verso lo stile late geometrical. Come è stato detto, è emerso in due modi. Innanzittutto, un carattere late geometrical inizia a intravedersi nelle iniziali middle geometrical umbro-romane; i codici in cui gli elementi middle geometrical predominano ancora sono già stati argomentati. Quelli in cui il carattere late geometrical emerge più chiaramente saranno trattati qui. Secondariamente, motivi geometrici o iniziali interamente late geometrical compaiono in certi manoscritti accanto a motivi e iniziali di transizione e anche early geometrical. Molti dei primi manoscritti a mostrare questa combinazione di stili possono essere attribuiti per diversi motivi alla regione fiorentina.
I manoscritti assegnabili con certezza alla regione pisana nella seconda metà del secolo non sono numerosi, anche se molti codici importanti presentano somiglianza con la Bibbia di Calci, conosciuta per essere stata prodotta là, e può perciò essere attribuita a Pisa con un certo grado di plausibilità. Un fattore oscuro tuttavia è la somiglianza che molte iniziali pisane presentano rispetto alle iniziali fiorentine. In alcuni casi è così evidente che la questione dell’origine non si può porre oltre ogni dubbio. Sfortunatamente pochissimi manoscritti contengono prove interne, sia agiologiche che storiche, di una destinazione pisana - sono scaturiti pochi Passionari pisani e altri codici liturgici. La scrittura nella regione pisana sembra essere normalmente diversa, è vero, di quella della regione fiorentina - derivata da quella di transizione più che dal tipo middle geometrical - e in pochi casi questa differenza aiuta a stabilire l’origine. Ma nella maggioranza dei casi è fuorviante, poiché i due tipi si ritrovano l’uno accanto all’altro in molti manoscritti, indicando, forse, un vivo scambio di monaci tra le due regioni, ma oscurando l’identità della regione di produzione.
Come per le illustrazioni, è valido in questo primo periodo lo stesso problema che ha tormentato l’attribuzione degli ultimi codici monumentali, specialmente i crocifissi: il problema di distinguere tra lo stile figurativo delle due regioni. I primi illustratori toscani da considerare presentano stili che possono essere ad un primo sguardo considerati pisani, tanto si avvicinano agli ultimi stili pisani. Tuttavia, le iniziali nei manoscritti che illustrano, e le scritture, così come la preponderanza di prove sussidiarie, li rende più probabilmente fiorentini, i cui codici devono essere visti nell’esercizio della loro determinante influenza sui successivi stili figurativi pisani. Anche se questo gruppo di manoscritti è stato accettato come fiorentino, si è realizzato che le illustrazioni, in altri manoscritti che possono per diversi motivi essere considerati pisani, sono molto diverse, in cui lo stile bizantineggiante dello stile della Bibbia di Calci costituisce una pietra di paragone per riconoscere almeno un tratto pisano.
Lucca, d’altra parte, ha seguito la propria linea di sviluppo, cosicché i manoscritti lucchesi sono solitamente facili da riconoscere. Le iniziali in un dato momento diventano totalmente late geometrical, senza alcuna reminiscenza di ogni stile geometrico precedente. Questo forse non sorprende, perché come è stato sottolineato, per quanto ne sappiamo, nessun manoscritto che presenta lo stile di transizione o l’early geometrical nella sua forma pura può essere attribuito a Lucca. Nella prima metà del secolo, quando gli stili fiorivano altrove in Italia centrale, Lucca ha sviluppato uno stile altamente individuale, il quale, sebbene per alcune caratteristiche in relazione agli stili normali, era già distinguibile, soprattutto per i forti elementi francesi. Questo stile sembra essere stato sostituito improvvisamente dallo stile late geometrical all’incirca alla metà del secolo, e non è rimasto accanto al nuovo stile.
Siena continuò nel periodo ad evolvere le sue versioni molto nervose e agitate degli stili geometrici. La maggioranza dei suoi manoscritti sono stati facilmente individuati: solo alcuni sono stati qui considerati, ma sicuramente ve ne sono altri.
Infine, altre regioni della Toscana, come i vescovadi di Pistoia e Volterra, divennero attivi nel periodo. Poco si sa oggi dei manoscritti pistoiesi: ma dettagli nella scrittura, nelle iniziali e nelle illustrazioni sono già emersi formando una base per attribuire i manoscritti alla regione di Volterra, che include San Gimignano. Le iniziali in questi manoscritti condividono sia le caratteristiche fiorentine che quelle pisane, e più fortemente le prime. Vi è quindi una reale possibilità che altri manoscritti, l’attribuzione dei quali ora oscilla tra Firenze e Pisa, possano essere assegnati a Volterra.   
     

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