sabato 4 giugno 2011

Lo stile 'late geometrical' (3a)

1. La regione umbro-romana
(Garrison, Studies II, pp. 49-51)

Il numero dei manoscritti late geometrical che può con certezza essere attribuito alla regione umbro-romana è relativamente limitato. La descrizione del maestro della Bibbia di Avila come umbro-romano, lo ricordiamo, era basata in parte sul suo utilizzo dello stile middle geometrical nelle iniziali che era caratteristico della regione. Due codici più tardi, in cui dominano elementi late geometrical, devono essere chiamati ugualmente umbro-romani, anche se le innovazioni late geometrical erano isolate e anche se erano state acquisite a Firenze, città per la quale è stato allestito uno dei codici. Un terzo codice, un Antifonario di Toledo, mostra illustrazioni che dipendono direttamente da questo, e si può ipotizzare su questa base che sia stato prodotto nella regione umbro-romana. Le iniziali di un altro codice, un Omeliario, mostra tali forti segni di derivazione dalle iniziali middle geometrical, più in particolare le iniziali del piccolo gruppo della Bibbia di Fonte Avellana, che anche se aberranti e da classificare come late geometrical, sembrano più probabilmente essere state prodotte nei dintorni nord-orientali della regione umbro-romana. Un Passionario nel Laterano è quasi certamente prodotto per l’uso romano, forse per Roma stessa. Infine, un Salterio a Londra è qui in via dubitativa assegnato alla regione.
Il Maestro della Bibbia di Avila. La decorazione dei due manoscritti illustrati e miniati dal maestro della Bibbia di Avila già considerati, la stessa Bibbia di Avila (Madrid, Biblioteca Nacional, Vitr. 15) e la Bibbia di Trento (Biblioteca Diocesana, 2546), anche se tradisce lo stile in vari modi, rimane a predominanza middle geometrical. Due altri codici illustrati e miniati dal maestro e dai suoi collaboratori, presentano motivi schiettamente late geometrical così forti che sono stati messi da parte per essere trattati qui. Entrambi devono essere stati copiati negli stessi anni, tanto sono simili le scritture, le iniziali e le illustrazioni. Almeno uno degli scribi è comune ai due codici.
Gli accenni di connessione con la Toscana che ricorrono nei codici di questo maestro arrivano alla massima espressione in un Passionario atlantico un tempo nella Cattedrale di Milano, ora legato alla parte posteriore di una Bibbia della Biblioteca Ambrosiana (cod. B 55 inf.), poiché questo Passionario è stato in origine prodotto per l’uso toscano. La sua destinazione toscana è chiara dal suo programma delle celebrazioni, anche se è meno chiaro per quale centro specifico è stato prodotto. Presenta una delle celebrazioni che sono indicative quasi certamente della Toscana, quella di S. Regolo per il 1° settembre. Vi sono inoltre indicazioni che questo Passionario possa essere stato prodotto per Lucca, poiché è presente la maggior parte delle celebrazioni per questa città: s. Pantaleone il 26 luglio, ss. Donato e Ilariano il 27 agosto, s. Romano il 9 agosto, s. Martino l’11 novembre, s. Frediano il 18 novembre, s. Prospero il 25 novembre. Non vi sono forti indizi a favore di altri centri fiorentini. Tuttavia, in assenza dei santi la cui venerazione è limitata a Lucca, sembra opportuno utilizzare l’indicazione meno restrittiva: prodotto per l’uso toscano.
La scrittura di questo Passionario è molto vicina nell’aspetto alla scrittura di transizione che sarà tipica un po’ più tardi a Pisa. Presenta nessuno o pochissimi accenni del tipo middle geometrical umbro-romano-fiorentino. Ma il fatto che non sia di tipo lucchese, depone a sfavore del considerarlo lucchese. Anche se non può essere precisamente attribuito, preso in considerazione con l’agiologia toscana, sembra più probabile almeno che sia toscano, e che il Passionario non sia solo stato copiato per la Toscana, ma che sia stato anche scritto da un toscano.
Le iniziali tuttavia proclamano inequivocabilmente la loro paternità umbro-romana, perché sono ancora apprezzabilmente middle geometrical, uno stile, ricordiamo, che abbiamo supposto non abbia fatto apparizione in Toscana; è il fatto che le iniziali sono eseguite in una tecnica nuova, lineare, sia nel riempimento delle barre - come nei comparti superiori della barra superiore della F al f. 22 - sia nelle terminazioni a fogliame - come nella stessa lettera - insieme al fatto che la percentuale di caratteristiche schiettamente late geometrical, e in particolare nei riempimenti delle barre, è enormemente aumentata - come del resto nelle barre della stessa F e della Q al f. 104 - che classifica il codice come late geometrical.
Sia la scrittura che le iniziali contribuiscono a rendere più ragionevole una datazione all’inizio del terzo quarto del XII secolo, forse tra 1150 e 1160, certamente più vicino al limite superiore che a quello inferiore, ma forse anche diversi anni più tardi.
L’Antico Testamento della Biblioteca Capitolare di Torino è esteticamente un codice più soddisfacente.
La scrittura è di due mani, una delle quali è una stessa mano tra quelle che hanno copiato il Passionario. Sembra più probabile che questa Bibbia sia anch’essa stata copiata in Toscana. L’altra mano, anche se utilizza una scrittura simile nel tipo generale, mostra caratteristiche che la pone in qualche modo a parte, soprattutto un ductus inusualmente pesante e un lieve accenno di goticizzazione. La scrittura è tuttavia probabilmente un segno niente più che della presenza di un copista molto giovane nello scriptorium. Anche se può essere ritenuto un segno di relativa recenziorità, la somiglianza di altre caratteristiche nei due codici rende probabile il fatto che non molto tempo deve essere trascorso tra l’allestimento dell’uno e dell’altro.
Nelle iniziali rimangono molti tratti del middle geometrical - dopotutto, il miniatore è progredito nel proprio stile. Egli utilizza frequentemente gli stessi motivi dei riempimenti delle barre come nelle sue opere precedenti, e in alcuni casi continua ad utilizzare le terminazioni a foglie stilizzate del middle geometrical, come nel motivo base della F del Prologo. Solo in questo codice, disegna i riempimenti delle barre interamente in tratto di penna rosso e blu, mantenendo alcune pennellate solo nella F del Prologo e nella I della Genesi, e per le terminazioni a foglie utilizza più spesso forme più nuove e libere, come è tipico del late geometrical. Nelle due lettere grandi manifesta altre tendenze progressiste: pone busti di santi nei medaglioni, popola il fogliame degli interstizi con putti, e per gli intrecci delle terminazioni superiori, anche se utilizza le stesse forme allungate come nella Bibbia di Avila, le abbellisce con una testa animale in un angolo. Infine, sviluppa il nodo tondo degli intrecci sopra i filetti delle iniziali entro una punzonatura: ricorre nella I della Genesi e altrove nel corso del codice.
La Bibbia come il Passionario può essere meglio datata ben addentro il terzo quarto del secolo.
   

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