sabato 11 giugno 2011

Lo stile 'late geometrical' (5a)

4. La regione pisana.
(Garrison, Studies II, pp. 97-98)

Due manoscritti late geometrical possono, con l'aiuto di indizi storici e agiologici, essere localizzati nella regione pisana, una Bibbia della Certosa di Calci e un Salterio alla Laurenziana di Firenze, Acq. e Doni 181. Un terzo manoscritto, un Omeliario di quest'ultima Biblioteca, Plut. 14.1, può essere attribuito, sulla base della scrittura e delle illustrazioni - anche se con meno sicurezza - alla stessa regione. Questi tre codici sono contrassegnati da diverse caratteristiche distintive comuni, che possono essere accettate come pisane. Tuttavia mostrano tre stili di iniziali leggermente differenti e tre diversi stili figurativi.
Dai tratti nella scrittura, nelle iniziali e nelle illustrazioni, diversi altri manoscritti, alcuni dei quali contengono indizi aggiuntivi storici o agiologici che indicano Pisa, possono essere collegati ad uno o all'altro di questi tre codici-chiave, così da formare tre piccoli gruppi. Anche se la questione non è del tutto chiara, questi gruppi sembrano essere più probabilmente i prodotti di diversi monasteri o gruppi di monasteri che lavoravano, almeno in parte, nello stesso momento, e poi in periodi successivi. Tuttavia vi sono segni nella scrittura in particolare, e nelle iniziali che lo stile del primo gruppo si evolve un po' prima degli altri e che lo stile del terzo gruppo ha resistito più a lungo.
Il primo stile di iniziali, tipizzato dell'Omeliario della Laurenziana, si ritrova, ripetuto più o meno chiaramente, in due Messali a Calci. Lo stile dell'Omeliario è particolarmente vicino agli stili fiorentini già considerati, specialmente nella sopravvivenza dei riempimenti delle barre di transizione e early geometrical, e nel disegno di molti dei riempimenti late geometrical. Allo stesso tempo, compaiono nell'Omeliario altri motivi che, per quanto ci è noto, ricorrono a Firenze, ma che si ritrovano nei Messali e di cui alcuni pervadono tutti e tre i gruppi pisani. Anche se non tutti questi motivi sono limitati a Pisa, alcuni dei quali ricorrono anche a Lucca e a Siena, sono di ausilio a stabilire la fattura pisana dei manoscritti, che anche se non possono in nessun caso essere scambiati per lucchesi o senesi, potrebbero essere considerati fiorentini. Importanti sono i due che potrebbero derivare dalla più comune rosetta, in cui motivi a croce sono posti in quadrati, anche perpendicolarmente, come negli scomparti superiori della P dell'Omeliario, o diagonalmente, come nel secondo scomparto, e gli spazi tra i bracci contengono forme d riempimento. Un altro motivo, una catena di mezzi cerchi che si vede nello scomparto più basso della stessa P, ricorre in tutti e tre i gruppi, come anche una versione speciale della rosetta a 4 petali, che non contiene un centro.
Il secondo stile, tipizzato nell'importante Bibbia di Calci, è più o meno letteralmente riprodotto in un'altra Bibbia della Biblioteca Nazionale di Madrid, cod. 7/8, e in un Evangeliario della Laurenziana, Acq. e Doni 91. Da notare sono la completa assenza di motivi geometrici anteriori e il ricco sviluppo di quelli late geometrical; si osserva la comparsa dei motivi pisani già menzionati, e di altri non trovati a Firenze, confusi con lo stile fiorentino. I motivi a croce del gruppo precedente riappaiono qui. C’è in aggiunta una versione speciale della rosetta a otto petali, trovata con buon anticipo nella L della Bibbia di Calci, che è diversa dai motivi simili presenti nei codici fiorentini. Si trovano anche catene di piccoli cerchi, ad esempio nel tratto orizzontale della stessa lettera, che anche se superficialmente sembra il riempimento a ovolo trovato a Firenze, è diverso da questo.
Il terzo stile, tipizzato nel Salterio della Laurenziana, si ritrova anche in una Bibbia della Biblioteca Guarnacciana di Volterra, cod. LX.8.7. (1). Si tratta del più distintivo dei tre. Entrambi i manoscritti sono notevoli per un repertorio unico di motivi che non si trovano altrove, e che si vedono nella B del Beatus del Salterio e nella F del Prologo e nella I della Genesi della Bibbia. Particolarmente eleganti sono due disegni di palmette continue, in uno dei quali palmette rotonde sono poste una accanto all’altra, mentre nell’altro palmette puntinate sono stese da una estremità all’altra. Tutti i motivi di questo repertorio sono eseguiti in una maniera che li pone a parte dello sviluppo della decorazione late geometrical, in cui le forme sono create da tocchi di colore delineati dalla pergamena nuda piuttosto che da linee a penna, come nello stile middle geometrical della regione umbro-romana. Infatti è possibile che questo stile pisano sia derivato o sia stato fortemente influenzato da quello umbro-romano, anche se i motivi sono nuovi e, in ultima analisi, abbastanza grossolani. La Bibbia contiene alcuni dei motivi che si ritrovano negli altri due gruppi, come le versioni speciali della rosetta a quattro e a otto petali: queste sono assenti dal Salterio, ma in vista di altre identità tra la Bibbia e il Salterio, sono utili per legare entrambi i codici a Pisa.
I tre gruppi così identificati sulla base delle loro iniziali non presentano differenze significative e distintive nella scrittura. Caratteristiche di tutti e tre i codici è una scrittura derivata dal tipo di transizine della regione umbro-romana, con le sue lettere sottili, le esili curve, il ductus regolare, e una mancanza di enfasi al termine dei trattini. Ma la solidità di questo tipo è considerevolmente maggiore di quella del tipo di transizione più a sud, ed è quasi uguale alla contemporanea scrittura lucchese. In alcune mani questo tipo pisano sembra stato contaminato dal tipo middle geometrical della regione umbro-romana e fiorentina. Ci sono alcune indicazioni, inoltre, del fatto che questa contaminazione è aumentata con il tempo - almeno da quello che sembra da altri indizi il più antico manoscritto, l'Omeliario della Laurenziana, ne mostra pochi, e presenta una scrittura vicino al tipo di transizione, mentre il manoscritto più recente, il Salterio della stessa Biblioteca, ne presenta un numero maggiore, in una scrittura che pur tradendo la sua estrazione di transizione è tuttavia vicina al tipo middle geometrical. Ma molti più manoscritti devono essere studiati prima di stabilire una sequenza certa. Allo stesso tempo, questa scrittura come altre scritture, diventa gradualmente più pesante e più elaborata, vale a dire più goticizzante. In questo senso il Salterio su quest'unica indicazione deve essere il più tardo dei tre gruppi. Infine, bisogna dire che questa scrittura non è ovunque nei codici pisani: scritture dal carattere puramente middle geometrical occorrono qua e là. Questo potrebbe indicare la presenza di monaci romani o di formazione romana, o fiorentini o di formazione fiorentina negli scriptoria pisani.
Ognuno dei tre gruppi presenta uno stile decorativo diverso, quelli del secondo e del terzo molto legati tra loro. Le illustrazioni nell'Omeliario della Laurenziana sono lineari nelle forme e di una sommarietà che aumenterà a Pisa con il tempo, almeno in una linea di sviluppo. Le illustrazioni in entrambi gli altri gruppi sono, al contrario, completamente plastiche nell'intenzione, lavorate e meticolose nell'esecuzione; inoltre sono bizantinizzanti nella tecnica, ma in modi diversi. Gli elementi nel secondo gruppo mostrano un chiaroscuro creato da toni e colori spezzati. Gli elementi nel terzo gruppo sono notevoli per lo speciale colore verde e verdastro, e per le dolci transizioni cromatiche. Tutti e tre gli stili sono diversi da quelli che si trovano a Firenze, Lucca o Siena, e sono importanti per stabilire l'origine pisana.    

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