martedì 21 giugno 2011

Lo stile 'late geometrical' (7d)

(Garrison, Studies II, pp. 154-158)

Le iniziali del terzo manoscritto del gruppo, un Evangelistario nella stessa Biblioteca di Volterra, cod. XLV. 6. 8, sono anche più vicine alle iniziali fiorentine del terzo quarto del secolo. Ma ci sono tuttavia alcune differenze, che ricevono un significato estemporaneo dal fatto che la scrittura e le illustrazioni pongono il manoscritto lontano da Firenze e lo localizzano più probabilmente a Volterra. Al f. 2 c’è una nota di possesso del XIV secolo: liber ecclesie vulturiane. Anche se non vi è alcuna indicazione di luogo nel programma delle celebrazioni per poter dire che il manoscritto è stato vergato per l’uso volterrano, si trovava certamente nella zona di Volterra in una datazione abbastanza alta.
La scrittura appartiene al tipo generale qui connesso a Volterra, diverso da quelli trovati a Firenze o a Pisa, a Roma o a Lucca. In questo codice è un po’ divergente dalle scritture degli altri membri del gruppo, e sembra più di transizione che middle geometrical nel tipo base, sebbene mostri gli stessi accenni di angolarità, con un aspetto pieno, inaccurato, sconosciuto alle altre scritture. La s tonda è quasi sempre costante a fine riga, e supera la s diritta a fine parola. Questa scrittura sembrerebbe quasi certamente normale abbastanza tardi nel terzo quarto di secolo.
Le iniziali sono tutte late geometrical di ambito fortemente fiorentino, ma con alcuni dettagli che potrebbero essere pisani e altri che sembrano essere locali. Fiorentini possono essere considerati il fogliame bianco pieno e dentellato che forma le terminazioni inferiori in alcune lettere, come i capitelli a piuma di alcune I. Più probabilmente pisani sono i riempimenti delle barre a piccoli cerchi, che sono ricorrenti. La rosetta a otto petali può essere sia fiorentina che pisana. Più probabilmente locale, a legare il manoscritto con il Passionario di San Gimignano, è la speciale versione del riempimento a nodo allungato.
Le illustrazioni non sono certamente né fiorentine né pisane. Particolarmente divergenti sono i tipi, che mostrano una rotondità e una pienezza distintivi: si ritroveranno in una forma più decisiva nel prossimo codice illustrato qui considerato.
L’Evangelistario può, alla luce di questi elementi, essere attribuito a Volterra con una certa sicurezza, e può essere datato ben addentro al terzo quarto del secolo.
Più definitivamente toscano a giudicare dalla liturgia, e dalla scrittura che serve a legare l’Evangelistario più fermamente a Volterra - ma d’altra parte di nessun interesse qui - è un Breviario della stessa Biblioteca di Volterra, cod. XLVI. 3. 9. Il codice è in realtà composto di due parti, un frammento di Breviario (ff. 1-12) e un Breviario intero (ff. 13-323). Entrambe le parti sono tuttavia vergate dalle stesse mani ed entrambe possono essere utilizzate come indizi di origine. Una litania al f. 11-11v comprende tre santi della tetrade toscana, s. Regolo, s. Miniato e s. Cerbone. Comprende inoltre i ss. Giusto e Clemente, che anche se non in maniera obbligata, indicano Volterra, dove godevano di un culto speciale e dove, come è stato detto, un importante monastero era a loro dedicato. Sono seguiti dal loro compagno, s. Ottaviano, la cui venerazione era più ristretta a Volterra, città di cui era patrono e dove fu sepolto. Il Breviario non comprende, abbastanza stranamente, alcun officio per questi santi. Solo l’ufficio per s. Romolo può avere un qualche significato: questo santo, vescovo di Fiesole e solitamente indicativo di Firenze - qui probabilmente segno di influenza fiorentina - è stato ritenuto tuttavia un apostolo di Volterra e vescovo di quella città. La scrittura del codice è identica al codice precedente, e certamente proviene dallo stesso scriptorium. Le iniziali non sono di particolare interesse qui, essendo per la maggior parte esempi difficili da classificare.
Legato a tutti i manoscritti precedenti nella scrittura e nelle iniziali, e all’Evangelistario nelle illustrazioni, sebbene sia un prodotto un po’ più tardo, è un Commentario al Vangelo di Giovanni di s. Agostino, di grandi dimensioni, ora alla Biblioteca Guarnacciana di Volterra, cod. LXI. 8. 5. Al f. 1, in una mano del secolo XIII, è scritto: iste liber est ecclesie sancte Marie maioris de Vulterris. Ulteriori indicazioni della presenza del codice a Volterra nel XIII secolo si trova in un’aggiunta dell’epoca al f. 211 di un sermone per la festa di s. Regolo (1° settembre), indicazione toscana, e al f. 212v di un altro per s. Ottaviano, indicazione di Volterra (2 settembre).
La scrittura rappresenta ciò che con ogni probabilità è uno sviluppo tardo del tipo dei primi due manoscritti del gruppo, e in particolare dell’ultimo, mostrando ancora un tipo di base di transizione in gran parte modificato dal middle geometrical, mostrando ancora una certa rotondità e allo stesso tempo una certa sottigliezza o angolarità, ma con un ductus considerevolmente più pesante e un incremento marcato nell’uso delle abbreviazioni. La s tonda è costante a fine parola, anche all’interno della riga. Questa scrittura è normale abbastanza tardi nel terzo quarto, o anche nell’ultimo quarto del secolo.
Le iniziali sono late geometrical completamente sviluppate di disegno avanzato. Come altre del gruppo, richiamano quelle di Firenze ma mostrano dettagli che potrebbero essere di Pisa. Dettagli eminentemente volterrani non sembrano essere presenti. Richiamano iniziali fiorentine nella struttura generale e nell’aspetto complessivo, e nel riempimento a nodo radiante negli scomparti ricurvi delle barre, che ricorrono lungo il codice. La maschera terminale di I con il fogliame in bocca, potrebbe essere sia fiorentina che pisana. A richiamare più decisamente Pisa sono i riempimenti a crocetta della I e la particolare versione della rosetta a quattro petali. Questa combinazione di caratteristiche indica, come è stato detto, un terzo centro, che può essere solo Volterra.
Il codice contiene undici figure a mezza altezza, una lavanda dei piedi quasi cancellata, e una figura ad altezza piena in ginocchio e in preghiera, tutte confinate agli interstizi delle iniziali. Queste illustrazioni sono diverse nello stile complessivo da quelle del precedente manoscritto - più libere, dopo - ma tuttavia presentano, come è stato detto, una parentela di tipo nei volti rotondi e pieni.
Poiché la scrittura e le illustrazioni sono certamente di Volterra, le iniziali possono essere ritenute con tutta probabilità anch’essse volterrane, specialmente perché non sono puramente fiorentine né puramente pisane. Il codice può essere datato alla fine del terzo quarto o all’inizio dell’ultimo quarto del secolo.

Lista dei manoscritti late geometrical.
Terzo quarto del secolo.
La regione di Volterra.
1. San Gimignano, Comunale, Passionario. Metà del secolo, o poco prima.
2. Volterra, Guarnacciana, LXI. 8. 6, s. Gregorio, Moralia.
3. Volterra, Guarnacciana, XLV. 6. 8, Evangelistario. Tardo terzo quarto.
4. Volterra, Guarnacciana, XLVI. 3. 9, Breviario.
5. Volterra, Guarnacciana, LXII. 8. 5, Agostino sul Vangelo di Giovanni. Tardo terzo quarto o inizio dell’ultimo quarto.        

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