martedì 14 giugno 2011

Lo stile 'late geometrical' (5d)

(Garrison, Studies II, pp. 102-104)

Un'attribuzione pisana può essere avanzata anche per un'altra Bibbia atlantica profusamente decorata e illustrata, in due volumi, ora custodita alla Biblioteca Nacional di Madrid come codd. 7/8, dove fu portata all'inizio del secolo XVIII da Messina in Sicilia. Si tratta di un esemplare tra i più raffinati di questa categoria e di particolare rilievo.
La Bibbia è stata scritta da diverse mani. In contrasto con la Bibbia di Calci, mostra una scrittura molto vicina al middle geometrical della regione fiorentina. Anche se in Toscana questa scrittura non è limitata a Firenze, e non è quindi una ragione sufficiente ad attribuirla ad un fiorentino, la solidità della sua attribuzione a Pisa è in qualche modo indebolita. Alcune scritture sono più avanzate di altre, più pesanti nel ductus e più assidue nell'uso della s tonda. Le più avanzate sono tipiche del terzo quarto del secolo.
Le iniziali sono particolarmente raffinate. Sono tutte late geometrical completamente sviluppate, senza alcuna traccia di stili precedenti. Le barre sono d'oro ovunque. I fogliami di riempimento sono elaborati ed elegantemente eseguiti: inconsuetamente, sono sfumati in blu e lacca piuttosto che con i comuni verde e arancio. Sono ravvivati da numerose teste umane e maschere abilmente disegnate. Le tavole dei Canoni (vol. II, ff. 233v-234v) sono completamente late geometrical e la trabeazione è spesso riempita con fogliame. La decorazione conferma la scrittura nel datare al terzo quarto del secolo, e probabilmente ben addentro ad esso.
La regione di origine della Bibbia non è completamente certa: ma le somiglianze che porta con la Bibbia di Calci sembra avanzare un'attribuzione a Pisa. Non solo le illustrazioni mostrano punti di contatto con quelle della Bibbia di Calci, specialmente nella chiarezza e nella raffinatezza, ma anche le iniziali contengono alcune degli stessi riempimenti delle barre, i motivi a crocetta, i mezzi cerchi, la rosetta a quattro e a otto punti, etc. Va considerato, inoltre, che alla luce delle particolari relazioni di Pisa con la Sicilia per tutto il periodo con cui abbiamo a che fare, essa rappresenta la fonte più verosimile dei manoscritti dell'Italia centrale ritrovati lì. Anche se la scrittura è del tipo di transizione piuttosto che del middle geometrical, si può proporre un'origine pisana senza esitazione. Come che sia, pare più prudente limitare la datazione alla mera ipotesi.
L'Evangeliario della Laurenziana, Acquisti e Doni 91, può essere attribuito a Pisa con una maggiore sicurezza, perché le iniziali sono molto vicine a quelle della Bibbia di Calci. Questo codice è stato citato dagli storici delle illustrazioni tedesche, perché contiene una miniatura a piena pagina di un evangelista all'inizio di ogni Vangelo, e una scena dell'ascensione tra i Vangeli di Marco e Luca, tutte di un maestro tedesco del XII secolo. Ma i Vangeli sono copiati da una mano centro italiana del terzo quarto del secolo, e le iniziali sono italiane late geometrical dello stesso periodo. Dal momento che i fogli che contengono le illustrazioni fanno parte del Vangelo, la conclusione inevitabile è che il codice sia stato prodotto in un monastero dell'Italia centrale, e che le illustrazioni siano state eseguite da un maestro tedesco che lavorava lì.
I Vangeli sono preceduti da tre fascicoli aggiunti. Il primo, ff. 1-7 (f. 7v è bianco), contengono speciali tavole di concordanze sotto cornici ad archi. Queste cornici sono in uno stile disegnato che non ha niente a che vedere con le iniziali dei Vangeli. Sotto gli archi della prima tavola ci sono busti degli evangelisti disegnati, sotto gli archi della seconda vi sono i quattro simboli. Tutto ciò è difficile da attribuire - i busti sono molto tratteggiati - ma sono certamente italiani. Il secondo fascicolo, ff. 8-13, contiene le solite Tavole dei Canoni. Le cornici ad archi di queste Tavole, sempre disegnate, sono di stile differente sia dallo stile delle tavole precedenti che dalle iniziali dei Vangeli. Ma anche queste sono italiane: mostrano fogliami gallicizzanti che si diffondono nella trabeazione.
Entrambi i fascicoli sono più piccoli del corpo dell'Evangeliario: evidentemente non sono stati pensati per questo codice. Ma anche se differenti dall'Evangeliario, sono stati copiati entrambi nello stesso monastero dell'Evangeliario, come attesta la scrittura, che è la stessa dell'Evangeliario.
Il terzo fascicolo, ff. 14-23, contiene il comes o programma delle letture. Ovviamente è anch'esso parte dei Vangeli. Segue l'uso di Roma senza particolarità liturgiche o agiologiche. Ma poiché il programma delle celebrazioni di Roma si trova ovunque in Italia, la mancanza di divergenze locali non è motivo sufficiente ad assegnare l'intero codice ad uno scriptorium romano.
La scrittura è infatti quasi certamente toscana, del tipo middle geometrical, ma con la rotondità delle lettere che è stata associata a Firenze. Le iniziali sono anche più fortemente toscane: mostrano forti affinità, come si vedrà, con quelle della Bibbia di Calci, mentre non presentano alcuno dei caratteri che si trovano nei pochi manoscritti late geometrical per i quali si può pensare ad una attribuzione romana. Il caso della produzione toscana è inoltre rafforzata dallo strano fatto che le Tavole dei Canoni all'inizio dell'Evangelistario della stessa Biblioteca Laurenziana, S. Croce, Plut. 5 destra 7, proveniente da S. Croce a Firenze, sono della stessa mano di quelli dell'Evangeliario ad uno stadio precedente di sviluppo, o da una mano molto vicina. In aggiunta rispetto alla localizzazione a Firenze, che non è sostenibile se i due codici fossero romani, l'Evangelistario mostra segni nelle sue iniziali e nelle sue illustrazioni del fatto che sono state elaborate sotto la forte influenza romana, non romana ma di derivazione.
Sembra prudente invero concludere che l'Evangeliario sia stato prodotto in qualche monastero toscano, e non solo le illustrazioni tedesche ma anche le concordanze e le Tavole dei Canoni gallicizzanti sono stati realizzati là, probabilmente questi ultimi due in origine destinati ad altri codici.
La scrittura non è determinante nel localizzare più esattamente il manoscritto: appartiene al tipo, come è stato detto, normalmente legato a Firenze. Ma non essendo supportato da ulteriori convincenti prove, non può avere qui molto peso: è perfettamente possibile che copisti fiorentini stessero lavorando altrove.
Le iniziali tuttavia indicano definitivamente Pisa, essendo molto simili a quelle della Bibbia di Calci. La struttura generale della L del f. 31 e le foglie dei suoi interstizi intrecciate con uccelli dovrebbero essere confrontate con le stesse caratteristiche della L di Calci. Inoltre, la maggior parte dei riempimenti delle barre dell'Evangeliario si ritrovano nella Bibbia di Calci. I piccoli cerchi - che si vedono nella L e nella I del f. 146 - la rosetta a otto petali - vista nella L - lo zigzag con tratti di penna su entrambi i lati - che si vede nella L e ancora nella Q - e la particolare versione della rosetta della I al f. 72, sono tutti motivi identici. Le iniziali dell'Evangeliario sono così vicine a quelle della Bibbia che potrebbero ben essere state eseguite da miniatori formatisi nello stesso scriptorium.
L'esecuzione delle maschere alla base delle due I è quasi identica all'esecuzione delle figure che si incontreranno nel terzo gruppo di manoscritti pisani.
Alla luce di tutti questi elementi, sembra certo che l'Evangeliario sia stato prodotto in stretta vicinanza, sia geografica che temporale, alla Bibbia di Calci.

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