mercoledì 29 giugno 2011

Lo stile 'late geometrical' (9b)

(Garrison, Studies III, pp. 35-36)

Accanto a questi dieci codici più significativi, possono essere inoltre raggruppati non meno di 18 altri, che sebbene inferiori nella decorazione e privi di riferimenti agiologici si riallacciano ai manoscritti prodotti nella regione pistoiese approfondendone la conoscenza. Saranno di seguito introdotti brevemente. I primi che contengono iniziali geometriche saranno trattati più estesamente nel luogo cronologicamente adeguato nel Supplemento a questo studio. Tre manoscritti, seppur mostrano punti di contatto con gli altri, sono meno certamente pistoiesi; saranno mezionati in nota. In tutto sono coinvolti 31 codici.
I codici si possono suddividere in due gruppi storici, il primo decorato con iniziali pre-geometriche e pre-barra piena, il secondo con iniziali geometriche e a barra piena.
Il primo gruppo gruppo è composto da sette membri, tra cui è notevole il secondo volume del Passionario Casanatense, cod. 719. Attesta l’esistenza di scriptoria a Pistoia alla fine del secolo XI e nel primo quarto del XII, e un’evoluzione analoga a quella di Lucca, cioè di iniziali distintive locali che hanno poco a nulla a che vedere con le coeve iniziali geometriche centro italiane o a barra piena. Le prime iniziali pistoiesi, come le lucchesi, sono disegnate e per la maggior parte gallicizzanti. Ma a differenza delle lucchesi, incorporano caratteristiche prettamente ottonizzanti, carolinge e anche pre-carolinge. Sebbene siano state realizzate sotto la forte influenza lucchese, sono tuttavia abbastanza diverse da avvalorare l’ipotesi che siano state prodotte da un pistoiese.
Il primo gruppo si distingue anche per le scritture, che sono tutte varianti della carolina. Molte di esse, come le iniziali, mostrano influenze lucchesi, specialmente in una certa sottigliezza del ductus. Va notato che vi sono nell’Archivio Capitolare di Pistoia numerosi altri manoscritti del periodo che appartengono a questo primo gruppo riguardo alla scrittura, ma poiché sono totalmente privi di decorazione non sono stati considerati in questo studio. Sembra quindi essere disponibile una grande quantità di materiale per permettere, un giorno, l’individuaizone di tipi di scrittura pistoiesi.
Il Casanatense 719 necessita di particolare attenzione. Presenta scrittura e iniziali fortemente lucchesi, e anche certe indicazioni lucchesi nell’agiologia. Negli Studies si era pensato che fosse stato prodotto a Lucca e successivamente portato a Pistoia. Ma le differenze tra le sue iniziali e le iniziali lucchesi sono evidenti, e la scoperta di questo nuovo gruppo a Pistoia, con le cui iniziali presenta affinità anche maggiori rispetto a quelle lucchesi, avvalora l’ipotesi che sia stato prodotto a Pistoia sotto influenze lucchesi eccezionalmente forti. La scrittura tuttavia non è carolina come le scritture degli altri manoscritti del gruppo, ma della riforma: si tratta di un esemplare tardo del gruppo. Si situa infatti a cavallo dei due gruppi: nelle iniziali appartiene al primo, con il quale abbiamo qui a che fare, mentre nella scrittura appartiene al secondo, che tratteremo più avanti. Poiché è così importante per l’agiologia lucchese, deve essere incluso tra i codici maggiori della regione e sarà trattato tra questi.
I sei manoscritti minori di questo primo gruppo possono essere brevemente descritti e poi lasciati da parte, poiché le loro iniziali non sono geometriche e poiché non contengono elementi agiologici, e non sono quindi di interesse per questo studio.
1. Pistoia, Arch. Capitolare, cod. 140, Burcardo del tardo XI secolo, vergato in carolina di piccolo modulo e squadrata, alcune mani presentano una considerevole sottigliezza lucchese, con rubriche in arancio chiaro tipico dell’XI secolo, e, a partire dal libro II, iniziali finemente disegnate di aspetto molto lucchese, con fogliame accuratamente disegnato e fluente, accanto ad altro di ambiente ottoniano, tutte frequentemente decorate con teste animali.
2. Pistoia, Arch. Capitolare, cod. 125, un altro Burcardo, certamente degli inizi del XII secolo, vergato in carolina sottile e similmente squadrata, con rubriche in minio leggermente più rosso, e con iniziali in vari stili disegnati, alcune legate al codice precedente, altre con caratteristiche sia ottoniane che carolinge, alcune di queste di estrazione inglese, come anche un arbor consaguinitatis disegnato a piena pagina, abbastanza rozzo ma con fogliame gallicizzante negli spazi sotto le spalle.
3. Prato, Roncioniana, Q.VIII.4, un altro Burchardo, del pieno primo quarto del secolo, scritto in una carolina più perfezionata, dello stesso ambiente delle altre, ma con rubriche in minio rosso mattone tipico del XII secolo e con iniziali particolarmente raffinate di vari stili disegnati, più o meno in relazione a quelle dei codici precedenti, e con un altro arbor consaguinitatis simile a quello di Pistoia 125, ma molto più abilmente tracciato.
4. Pistoia, Arch. Capitolare, cod. 158, Commentario al Vangelo di Matteo e Giovanni di s. Agostino, del primo quarto del secolo, vergato in scritture caroline più o meno perfezionate, e con iniziali disegnate, molte delle quali legate al Casanatense 719, ma con nella parte II molti spazi lasciati bianchi.
5. Pistoia, Arch. Capitolare, cod. 115, una Miscellanea, in cui le sezioni principali sono la Disciplina Cleri (ff. 1-10v), una Literarum formatarum commorantibus (ff. 15-69v), e un Martirologio di Ado (ff. 71-153v), tutti approssimativamente dello stesso periodo, cioè del primo quarto del XII secolo, vergato in piccole e regolari caroline, alcune squadrate, alcune sottili, alcune anche angolose, e con iniziali disegnate in vari stili, alcune con elementi pre-carolingi, alcune ottonizzanti, ma molte gallicizzanti e legate a quelle del Casanatense 719.
6. Prato, Roncioniana, Q.VIII.3, frammenti di Omeliario e Passionario, dell’inizio del secondo quarto del secolo, vergato in scritture incipienti della riforma, alcune delle quali abbastanza sottili, e con due iniziali di estrazione pre-carolingia, una a barra vuota e due a barra piena.

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