sabato 25 giugno 2011

Lo stile 'late geometrical' (8d)

(Garrison, Studies II, pp. 222-223)

Lo scriptorium di S. Michele di Guamo. Alcuni indizi si possono trovare per un altro scriptorium del territorio lucchese, il monastero di S. Michele di Guamo, appena a sud di Lucca. Questo monastero, una fondazione antica, raggiunse il culmine sotto i pulsanesi, che arrivarono là nel 1156. Molti dei monaci che si sono stabiliti lì sono conosciuti per essere italomeridionali, provenienti dalla casa madre dell’Ordine, la Badia di Pulsano, vicino a Manfredonia.
La Biblioteca Capitolare di Lucca possiede un Passionario atlantico, Passionario A, il più riccamente decorato, che era, secondo la nota di possesso, a S. Michele almeno dal XIV secolo. La sua agiologia prova che è stato prodotto per l’uso lucchese, anche se non vi è alcuna indicazione esplicita per S. Michele. La scrittura è del tipo lucchese. Le iniziali, tuttavia, sono completamente estranee al tipo lucchese, e anche allo sviluppo dell’Italia centrale. Sembrano mostrare caratteristiche gallicizzanti o francese dell’Italia meridionale, e non sono adatte ad essere esaminate qui. Anche le illustrazioni sono esotiche: sono molto transalpine nell’aspetto - il loro stile sembra derivare direttamente dall’Inghilterra o dalla Francia settentrionale - tanto che pur essendo sicuramente italiane non sembrano essere dell’Italia centrale. Anche se non è possibile affermare con certezza che il Passionario sia stato prodotto per S. Michele, queste iniziali, e di conseguenze le illustrazioni - secondo i caratteri della decorazione lucchese - possono essere spiegate come produzione di questo monastero, cioè di monaci dell’Italia meridionale residenti lì ma formatisi nell’ambiente normanno dell’Italia meridionale.
Un indizio più chiaro dell’attività di uno scriptorium a S. Michele è da dedurre da un Sacramentario della Biblioteca Capitolare di Lucca, cod. 593. Contiene innanzitutto una nota di possesso alla fine che prova che si trovava nella regione lucchese nel 1453. Ma la sua agiologia prova che era stato in origine prodotto per Lucca e più precisamente per S. Michele. Il codice comprende due fonti di informazioni agiologiche, il corpo del Sacramentario e una sorta di Indice delle celebrazioni all’inizio. Anche se i due non si accodano in tutti i dettagli, sono dello stesso copista e possono essere utilizzati come indizio per la destinazione.
Nessuno dei santi la cui venerazione è limitata a Lucca compare. Ma un debole riferimento a Lucca risiede nella celebrazione per s. Ilario il 3 novembre, che è ripetuta in entrambi i luoghi. La destinazione toscana è suggerita da s. Regolo il 1° settembre, ripetuto in entrambi, e dei ss. Torpete e Cebone nell’Indice. Con una destinazione toscana così fortemente probabile, la presenza di s. Cassio il 13 ottobre nell’Indice punta decisamente verso Lucca, poiché in Toscana il santo è venerato solo lì. In aggiunta, il motivo peculiare lucchese di importanti celebrazioni è qui completo: s. Biagio (Indice e Sacramentario), ss. Alessandro, Evenzio e Teoduo (Sacr.), s. Pantaleone (Ind.), ss. Donato e Ilariano (Ind. Sacr.), s. Romano (Sacr.), s. Ponziano e compagni (Ind. Sacr.), s. Martino (Ind. Sacr.), s. Frediano (Ind. Sacr.), s. Prospero (Sacr.). Che il codice sia stato prodotto per Lucca è così ben stabilito.
Prove che sia stato prodotto per S. Michele si trovano in un’altra celebrazione, s. Giovanni di Matera, chiamato s. Giovanni pulsanese, che fondò l’ordine pulsanese nel 1129 o 1130, che si trova sia nell’Indice che nel Sacramentario, come anche s. Giordano, che fu priore generale dell’Ordine dal 1139 al 1145.
La scrittura riformata è del tipo lucchese: è abbastanza avanzata, con s tonde molto frequenti a fine parola. Ci sono di fatto solo due iniziali geometriche in tutto il codice, entrambe dello stile late geometrical completamente sviluppato. La gran parte delle altre iniziali appartiene allo stile calligrafico, già menzionato diverse volte come indice ausiliario di data ma altrimenti irrilevante. Tuttavia è degno di nota il fatto che le iniziali calligrafiche nel Sacramentario incorporano caratteristiche late geometrical. Ciò si nota soprattutto nel Vere Dignum e nel Te igitur, che seguono le indicazioni delle due iniziali late geometrical.
Dal momento che il Sacramentario mostra forti indizi agiologici di produzione per l’uso pulsanese a Lucca, deve essere stato copiato per S. Michele in Guamo. Poiché la scrittura suggerisce che sia stato prodotto nella regione lucchese, e poiché non vi sono indizi di una sua produzione in un altro monastero, è fortemente probabile che sia stato confezionato non solo per, ma anche nel monastero di S. Michele. Poiché inoltre è stato prodotto per l’uso pulsanese a Lucca, la data di arrivo dei pulsanesi qui, 1156, è un certo terminus post quem per il codice, che può quindi essere datato tra il 1156 e la fine del quarto di secolo.
Considerati separatamente, bisogna dire che né il Passionario né il Sacramentario possono essere stati certamente prodotti a S. Michele. Ma presi insieme, le probabilità che l’uno o l’altro siano stati prodotti lì si rafforzano a vicenda, e diventano quasi certezze.
  

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