domenica 5 giugno 2011

Lo stile 'late geometrical' (3b)

(Garrison, Studies II, pp. 51-54)

Altri manoscritti umbro-romani. L’Antifonario si trova nella Biblioteca Capitular di Toledo (cod. 48.14). La sua scrittura riformata è del tipo middle geometrical e di uno sviluppo che sarebbe stato normale lungo il quarto di secolo. Molte delle figure con cui è ornato sono state tagliate da vandali, ma sei santi a mezza altezza rimangono intatti, come, al f. 1, la figura di un vescovo seduto mentre scrive l’Aspiciens, con un diacono a fianco. Queste illustrazioni, sebbene rozze e derivative, sono stilisticamente legate alle illustrazioni della Bibbia di Avila, e l’illustrazione dell’Aspiciens costituisce una copia di una illustrazione di simile composizione nella Bibbia, anche in dettagli come i cerchi nella veste del diacono. E anche se le iniziali dell’Antifonario sono completamente late geometrical, e quelle della Bibbia middle geometrical, e sebbene le prime siano, come le illustrazioni, di livello inferiore, esse mostrano tuttavia alcuni punti di contatto con le seconde, soprattutto negli sfondi ornati e in alcuni riempimenti a fogliame.
Sembra possibile considerare l’Antifonario, sulla base di queste indicazioni, umbro-romano come la Bibbia. Veramente è anche possibile pensare che i due codici siano stati prodotti nello stesso scriptorium e portati in Spagna negli stessi anni. L’Antifonario, in ragione del suo carattere derivativo e del relativo sviluppo delle iniziali, deve essere naturalmente stato prodotto qualche anno più tardi della Bibbia.
Di altro ambiente è un Omeliario atlantico non illustrato che proviene dal monastero, attualmente distrutto, di S. Francesco in Agro Mugellano (o di Nemore, o di Bosco), nella Biblioteca Laurenziana come Mugel. 14. Le scritture di questo Omeliario sono in parte di transizione, in parte del tipo middle geometrical, entrambe trovati nella regione umbro-romana come in quella fiorentina, tutte normalmente nere e pesanti nell’aspetto, e con la s tonda estremamente frequente. Probabilmente si tratta della scrittura normale nel terzo quarto del secolo: in questo periodo, la decorazione del codice dovrebbe essere in ritardo. Anche se le iniziali geometriche sono in larga predominanza late geometrical, con sfondi dall’elaborazione sviluppata in forme complicate, mantengono molte più reminiscenze di stili antecedenti di quanto non fosse normale a quest’epoca. Inoltre vi sono molte iniziali a barra piena, sia del tipo con barra rosso e giallo, sia del tipo con barra gialla, tipi che erano già desueti o abbandonati all’epoca.
L’origine precisa dell’Omeliario è difficile da determinare: alcune prove lo assegnano alla regione aretina, mentre altre prove indicano più a sud, nella parte settentrionale della regione umbro-romana. Il monastero di S. Francesco, secondo Bandini, fu fondato solo nel 1430. Molti dei suoi codici ora alla Laurenziana, quelli segnati 1, 3, 5, 6, 7, 9 e 13, contengono note che raccontano come fossero stati donati nel 1438 da Cosimo e Lorenzo De’ Medici. Altre note nel 6, 7 e 13 ci dicono che questi codici sono stati prima nella regione di Castelfiorentino, gli ultimi due nella Pieve di Castelfiorentino, mentre una nota in un altro codice Mugellano, n. 10, ci dice che si trovava in S. Francesco di Arezzo. L’Omiliario non contiene alcuna di queste note, ma deve essere stato portato al monastero Mugellano da qualche altro posto, ed è possibile che provenga dalla stessa regione.
Una sua caratteristica può concordare con una provenienza aretina: comprende il Proprio dei Santi, che annovera una celebrazione per i santi Lorenzo e Pergentino, martiri in Arezzo, che è normalmente indicativa della regione aretina. Anche se non è sufficiente come base per l’attribuzione, considerato insieme alla possibilità di una provenienza aretina argomentata, non è cosa del tutto infondata.
Le iniziali geometriche nel codice tuttavia mostrano forti affinità con le iniziali umbro-romane in una strana mescolanza di elementi middle geometrical: non solo l’esecuzione a corpo pieno del riempimento delle barre, ma anche le terminazioni a foglie altamente stilizzate. Inoltre, molte delle iniziali a barra piena si interrompono in piccoli intrecci terminali, in una maniera middle geometrical umbro-romana. Le iniziali geometriche assomigliano strettamente, infatti, a quelle del frammento di Bibbia della Biblioteca Nazionale di Firenze, Fondo Nazionale, II.I.510 - da notare le terminazioni a foglie e più in particolare il fogliame degli interstizi. Le iniziali sono così vicine nei due codici che potrebbero davvero essere della stessa mano. E la scrittura middle geometrical dell’Omeliario è molto simile a quella del frammento di Bibbia, cosicché si può pensare che siano stati prodotti nello stesso scriptorium. Ho attribuito il frammento di Bibbia alla parte nord orientale della regione umbro-romana, principalmente in base alle relazioni mostrate dalle iniziali con quelle della Bibbia di Fonte Avellana. Anche l’Omeliario è stato prodotto probabilmente lì. La presenza di santi aretini può indicare sia che sia stato prodotto per l’uso in un monastero del distretto aretino, proprio sul confine toscano, sia che monaci aretini erano presenti nel monastero di produzione.
La regione generale in cui l’Omeliario è stato prodotto sembra in ogni caso essere chiara - la regione aretina o nord-umbro-romana. A causa delle relazioni con il frammento di Bibbia di probabile origine umbro-romana, ho preferito trattarne a questo punto. Il codice è databile nell’inoltrato terzo quarto del secolo.
Il Passionario, che è la continuazione con le omelie di s. Gregorio in un codice dell’Archivio Laterano, A 78, presenta le prove, nella celebrazione della traslazione di s. Venanzio il 1° aprile (dal Liber Pontificalis), che è stato copiato per l’uso romano. Il corpo di questo santo è stato portato dalla Dalmazia a Roma nel settimo secolo da papa Giovanni IV, e le reliquie erano, e sono ancora, custodite in un oratorio o cappella a lui dedicata adiacente al battistero del Laterano, dove il suo ritratto inoltre appare tra i mosaici. Sembra probabile che il codice sia stato prodotto per s. Giovanni e che sia rimasto là da allora. Non sarebbe possibile su questa base affermare che sia stato copiato là, o a Roma o nella regione circostante. Né la scrittura middle geometrical né le numerose iniziali middle geometrical di disegno normale, con cui il codice è ornato, gettano luce sul luogo di produzione. Tuttavia, in assenza di indicazioni positive di un altro centro, può essere dubitativamente ritenuto che sia stato copiato almeno nella regione in generale. La scrittura e le iniziali contribuiscono a datarlo al terzo quarto del secolo.
Il Salterio del British Museum [British Library, ndr] porta la segnatura Add. 9350. Una nota marginale manoscritta del catalogo della sala manoscritti del Museo, evidentemente stilata molti anni fa da un funzionario del Museo o da uno studente, dice che il Salterio appartenne nel XV secolo a S. Marco a Firenze ex hereditate Nicolai de Nicolis de Florentia. Questa nota è evidentemente il risultato della lettura della nota nella carta di guardia iniziale che è quasi cancellata da una rasura. La lettura è probabilmente corretta, ma sfortunatamente uno studio prolungato della nota alla luce ultravioletta non è riuscito a dare certezza sulla sua lettura.
La scrittura, che è del tipo middle geometrical, può essere attribuita sia alla regione umbro-romana o a quella fiorentina. La maggioranza delle iniziali è di piccolo modulo, a barra piena, senza indicazioni di origine. Ci sono in aggiunta sei piccole iniziali late geometrical all’inizio di importanti Salmi, e una grande B in apertura (Beatus), tutte con barre d’oro. Ma tutte sono così semplici nel disegno che anch’esse non forniscono prove di localizzaizone. La B del Beatus e due piccole iniziali geometriche tuttavia contengono illustrazioni figurative di tipo semplice, che mantengono qualche somiglianza con l’opera del maestro della Bibbia di Avila. Questa circostanza propende per considerarle umbro-romane: se lo sono, c’è una qualche possibilità che il Salterio sia stato copiato nella regione umbro-romana.
La scrittura sarebbe normale nella prima parte del terzo quarto del secolo. La ricorrenza delle iniziali a barra piena, assieme al carattere avanzato del fogliame degli interstizi, certamente tardo nella sequenza delle iniziali a barra piena, conferma in generale le prove avanzate dalla scrittura, che è dell’inizio del terzo quarto. I riempimenti delle barre nelle iniziali geometriche concordano nel fatto che mostrano segni di anteriorità, richiamando in un certo modo quelle geoemtriche di transizione. Le relazioni stabilite con le illustrazioni della Bibbia di Avila non costituiscono una prova della datazione.   

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