domenica 26 giugno 2011

Lo stile 'late geometrical' (8e)

(Garrison, Studies II, pp. 223-224)

Altri manoscritti. Tra i primi manoscritti lucchesi a mostrare lo stile late geometrical è un Antifonario di Lucca, Biblioteca Capitolare, cod. 602. Contiene una singola figura a mezza altezza in una delle iniziali, di uno stile troppo sommario per una attribuzione. Sulla carta di guardia iniziale, in una mano del XIII secolo, c’è una nota di Hubadus, rector ecclesie sancti Petri de Ponte Marchionis, ora chiamato Ponte S. Pietro nelle vicinanze di Lucca. Che fosse in origine destinato all’uso lucchese è suggerito dall’agiologia: dei quattro santi indicativi della Toscana, celebra solo s. Regolo (1° settembre), e nessuno dei santi esclusivamente lucchesi. Tuttavia include celebrazioni per molti dei santi importanti a Lucca: s. Biagio, ss. Alessandro Evenzio e Teodulo, s. Pantaleone, s. Donato, s. Ponziano e compagni, s. Martino, s. Frediano e s. Prospero. Poiché non vi sono indicazioni di produzione in o per un altro centro, sia nell’agiologia che in altre caratteristiche, potremmo supporre che quasi certamente l’Antifonario sia stato prodotto per e a Lucca.
Le iniziali late geometrical sono numerose. Mostrano la particolarità di avere i riempimenti delle barre eseguite solo a minio, invece del solito minio e blu. Le teste animali sono una decorazione frequente. Ci sono numerose iniziali a barra piena, in cui le barre sono arancio e blu invece di giallo e rosso, che era diventata la norma nell’Italia centrale nel secondo quarto del secolo. Le barre devono essere considerate come un anacronismo al tempo in cui il codice, a giudicare dalla scrittura e dalle iniziali, fu prodotto. Ma la presenza di inziali a barra piena consiglia di porre il codice abbastanza presto nel terzo quarto di secolo.
Un altro manoscritto lucchese sicuramente del terzo quarto è un Passionario della Laurenziana, Plut. 20.3. Contiene una piccola testa in una iniziale al f. 69v (festa dei ss. Pietro e Paolo), che non aiuta nell’attribuzione. Ma il suo programma agiologico è fortemente lucchese: comprende le vite non solo di due santi venerati esclusivamente a Lucca, s. Senesio della leggenda lucchese il 4 maggio cui è conferita una particolare importanza essendo caratterizzato da nove letture, e s. Teodoro, vescovo di Lucca il 19 maggio, ma anche molti dei santi anche se non specialmente venerati lì: s. Pantaleone, ss. Donato e Ilariano, s. Romano, s. Ponziano e compagni. La passione di s. Donato è sottolineata dalla particolare elaborazione delle iniziali, indizio che il codice è stato prodotto per la importante chiesa di s. Donato della città.
La scrittura riformata esemplifica ciò che è stato detto riguardo la rottura con il passato: è solida e compatta, senza alcuna traccia della sottigliezza precedente, e può essere ritenuta tipica della scrittura della città nel terzo quarto del secolo.
Le iniziali geometriche sono tutte dello stile late, normale nel disegno. Presentano uno sfondo blu-verde chiaro dietro gli intrecci terminali, invece dei più comuni rosso, lacca e arancio, ma il fogliame degli interstizi è sfumato, tipicamente, in arancio e verde. Tra i riempimenti delle barre ci sono i motivi a crocetta che richiamano quelli di Pisa. Importante per datare il codice è il fatto che alcune di queste iniziali mostrano, nella tecnica a colore pieno dei riempimenti delle barre, reminiscenze di una tradizione anteriore: questo indica una datazione non troppo tarda nel quarto di secolo. Ad avvalorare questa indicazione vi sono numerose iniziali a barra piena che presentano un singolo filetto giallo nella barra decorata con disegni a penna rossa, che richiama le barre nei manoscritti lucchesi del secondo quarto del secolo, specialmente il Passionario P, che ho altrove datato tra 1130 e 1155. Allo stesso tempo, ci sono molte iniziali del nuovo stile calligrafico. La presenza delle iniziali a barra piena, come nel codice precedente, alla luce di questo e del carattere avanzato della scrittura, deve essere considerata abbastanza anacronistica. Ma in ogni caso, il codice deve essere datato non troppo addentro al quarto di secolo.
Un altro Passionario, cod. 2 della Stiftsbibliothek di Admont, mostra un’agiologia che pur meno distintiva del precedente non può essere tuttavia che lucchese. Certamente è toscana, poiché comprende tre santi della tetrade: s. Regolo, s. Cerbone e s. Miniato. Ma comprende anche una buona porzione delle importanti celebrazioni lucchesi che non sono esclusivamente lucchesi: ss. Alessandro Evenzio e Teodolo, ss. Donato e Ilariano, s. Martino, s. Frediano e s. Prospero. Celebra s. Ilario il 3 novembre, una pratica esclusivamente lucchese. Inoltre non vi sono indicazioni nell’agiologia di un altro centro. Le numerose iniziali sono tutte late geometrical, normali nel disegno e nel colore, i riempimenti delle barre sembrano abbastanza arcaici, con reminiscenze dello stile di transizione del secondo quarto del secolo. Il codice deve essere il più antico del gruppo, ma poiché non l’ho esaminato di persona, devo astenermi da un giudizio finale. Può essere datato all’inizio del terzo quarto di secolo.  

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